Frana di Schiucaz sempre più vicina alle case: nuovi crolli

Frana di Schiucaz sempre più vicina alle case: nuovi crolli
L'EMERGENZAALPAGO Ha scaricato ancora ieri la frana di Schiucaz, che ormai è sempre più vicina alle case. Un crollo nella notte e ieri mattina sono stati uditi distintamente...

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L'EMERGENZA
ALPAGO Ha scaricato ancora ieri la frana di Schiucaz, che ormai è sempre più vicina alle case. Un crollo nella notte e ieri mattina sono stati uditi distintamente dalla residente che abita nella casa al di là del ponte sul Tesa, in zona sicura. Ieri mattina sul posto è intervenuto il geologo incaricato da Veneto Strade, Luca Salti, che sta monitorando la frana. Lo ha comunicato l'assessore regionale Gianpaolo Bottaccin, che, con la Regione, nell'ambito dei lavori in emergenza post-Vaia ha preso in mano la situazione. Sempre ieri mattina il sindaco Umberto Soccal ha ricevuto i residenti che sono andati in Municipio a Farra per il supporto nella ricerca di una casa in affitto e per i moduli da compilare per ottenere le spese che si sostengono. Nelle prossime ore ci sarà sempre in Municipio anche la possibilità di incontro con la psicologa.

IL SOPRALLUOGO
Il geologo Salti spiega che il torrione che c'è in cima alla frana sta ruotando sempre più verso sinistra. «La frana è così disarticolata e fratturata - spiega Salti - che ha una resistenza interna molto bassa e se inizia a deformare l'evoluzione è molto rapida». Questa rotazione in cima ha un costante movimento, ma in questo modo il materiale dei crolli si scarica sulla sinistra nella parte dove ci sono le vasche create da Veneto Strade alcuni anni fa. La nuova frattura che si era creata qualche giorno fa, sulla destra della frana, è ormai a 3-4 metri dalla strada. Si è stabilizzata invece la frattura in cima. Ma ieri pomeriggio ha piovuto intensamente e questo porterà, quasi certamente, a nuovi crolli.
L'AGONIA

Sono ormai 10 giorni oggi che i 17 residenti sono stati evacuati dalle loro case, nel borgo storico di Schiucaz. Quindici case, delle quali 3 sono sede di aziende. Tra questi l'antico mulino, costruito negli anni 1939-40 che potrebbe essere spazzato via dopo 80 anni di attività. Giovanni il nonno assieme al fratello Eugenio De Pizzol maestri mugnai, hanno tramandato al nipote Mauro De Pizzol questo antico lavoro. Nessuno sarebbe mai andato via da lì, ma questa situazione ha fatto gettare la spugna anche all'imprenditore che nei giorni scorsi in un momento di sconforto disse al prefetto Esposito: «Io chiudo tutto e non riapro più, ma vado a lavorare sotto padroni». Solo nelle prossime ore si potrà sapere di più su quale sarà il futuro di questi 17 abitanti che nel giro di pochi minuti hanno dovuto abbandonare le loro case e i lor averi, domenica 12 maggio, quando è scattato l'allarme frana.
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Il Gazzettino