Fonte è attore d'Europa

Fonte è attore d'Europa
I PREMIFinisce come a Cannes dove con i film di Matteo Garrone (Dogman) e Alice Rohrwacher (Lazzaro felice), l'Italia si porta a casa il premio al miglior attore, il sorprendente...

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I PREMI
Finisce come a Cannes dove con i film di Matteo Garrone (Dogman) e Alice Rohrwacher (Lazzaro felice), l'Italia si porta a casa il premio al miglior attore, il sorprendente Marcello Fonte, corpo estraneo fino all'altro ieri del cinema italiano, che riempì di entusiasmo e curiosità tutta la Croisette per la sua incisiva performance nel film di Garrone, che adesso andrà ad affrontare la scalata all'Oscar per il miglior film straniero, invero non con troppe chances, almeno apparentemente. Se questa doveva essere una prova del 9, Dogman conferma le grandi dote attoriali e l'importanza del film, che comunque alle nomination arriva sempre, ma poi si ferma. Anche il ruspante e poetico lavoro di Alice Rohrwacher si deve accontentare dell'applauso per gli sconfitti, ma anche qui si deve essere soddisfatti della presenza nella serata di gala. Peccato, ma il risultato è tutt'altro che scadente e premia due film che si sono segnalati con merito nella stagione.

IL SUCCESSO
Marcello Fonte si è buttato sul palco come potrebbe fare solo Roberto Benigni, scatenando simpatia, ilarità e profonda tenerezza, come chi si trova dove non avrebbe mai pensato, nonostante qualche mese fa fu premiato anche al festival di Cannes, quindi diciamo che non è nemmeno più una sorpresa: «Ma c'erano tanti attori più bravi di me, ma veramente, li vedo tutti qui davanti a me e io non so che c'entro comunque sono onorato, va beh grazie a tutti», ha detto con una grazia disarmante. All'Italia va anche il premio del pubblico che ha scelto Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino.
Stravincitore della serata è polacco Cold war del regista Pawe Pawlikowski, che molti ricorderanno aver firmato Ida. Il film, che uscirà proprio giovedì prossimo in Italia, è la storia di un musicista e di una cantante che dalla Polonia anni '50 si ritrovano tempo dopo a Parigi: un melò algido, in bianco e nero, esteticamente bellissimo, che lascia il segno. Cold war si porta a casa molta roba: oltre al film anche la regia, attrice (Joanna Kulig, che ha battuto Alba Rohrwacher, sempre per Lazzaro felice), sceneggiatura e montaggio, insomma un trionfo.
GLI ALTRI VINCITORI
Il resto se lo portano via la commedia sarcastica, grottesca La morte di Stalin, il film rivelazione Girl, il corto di produzione anche italiana (Rai Cinema) The years Gli anni di Sara Fgaier e il documentario Bergman A year in the life, sul grande maestro svedese, firmato da Jane Magnusson. E i premiati alla carriera all'attrice spagnola almodovoriana Carmen Maura, al regista greco Costa-Gavras (quest'ultimo premio onorario) e a Ralph Fiennes, per il contributo artistico. Scimmiottando la notte degli Oscar, con tutto uno spettacolo di contorno abbastanza indigesto durato oltre tre ore, Siviglia ha tributato all'inizio l'ennesimo, doveroso omaggio a Bernardo Bertolucci, salutato da un caloroso applauso.

Adriano De Grandis
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino