FLOROVIVAISMO ROVIGO Rovigo non è più la città delle rose e nemmeno,

FLOROVIVAISMO ROVIGO Rovigo non è più la città delle rose e nemmeno,
FLOROVIVAISMOROVIGO Rovigo non è più la città delle rose e nemmeno, più in generale, dei fiori. Secondo i dati evidenziati da Veneto Agricoltura, cala infatti in tutta la...

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FLOROVIVAISMO
ROVIGO Rovigo non è più la città delle rose e nemmeno, più in generale, dei fiori. Secondo i dati evidenziati da Veneto Agricoltura, cala infatti in tutta la regione l'impatto delle aziende florovivaistiche, ma è tra Adige e Po che si riscontra il maggior ridimensionamento con una perdita dello 0,9% di aziende attive nel settore.

Un dato che, ironia, della sorte, arriva appena a una decina di giorni dalla Festa di Primavera tenutasi in pieno centro cittadino, con ampie esposizioni di fiori e piante proprio in piazza Vittorio Emanuele e nel pieno di una stagione che vede simili iniziative riproposte in pratica su tutto il territorio polesano e non solo. A parziale consolazione per Rovigo, è l'intero settore a non andare poi così bene, nonostante una produzione che dal 2011 si attesta sopra i 200 milioni di euro e che si è fermato a 209 nel 2017, segnando un complessivo +1,3% rispetto al 2016. L'andamento, dicono gli analisti, è stato però parecchio altalenante e ha premiato in particolare le aziende che lavorano in tutta Italia e ancor di più chi guarda all'export verso l'estero.
I DATI REGIONALI
La sola Verona riesce a ottenere numeri di un certo rilievo, incrementando il numero di aziende e le superfici disponibili: altro punto dolente dell'intero comparto con la superficie complessiva coltivata scesa sotto i 2700 ettari (-1,4%), in particolare per quanto riguarda quelle in piena aria, mentre ancora resistono le colture protette. Nel complesso, le aziende del settore nella regione sono 1487 (-0,3%) e lavorano principalmente nel vivaismo ornamentale, seguito da quello orticolo e frutticolo. La produzione complessiva regionale viene stimata in poco oltre 1,6 miliardi di pezzi (+12% rispetto al 2016), grazie al comparto del vivaismo orticolo, la cui produzione supera l'1,3 miliardi di piantine (+15,7%).
FRUTTETI IN CALO
Tra gli altri comparti c'è un lieve calo nella produzione del vivaismo frutticolo (18,3 milioni di piante, -1,5%) e di piante ornamentali (287 milioni di piante, -0,9%). Nonostante la nota diffusione, risulta invece ben più rilevante il calo del vivaismo viticolo (8,4 milioni pezzi, -12,3%). La produzione di materiale vivaistico è arrivata a una quota dell'83%, mentre il rimanente 17% è costituito da piante finite.
PRODUZIONE IN DIMINUZIONE
Il valore complessivo della produzione è frutto di dinamiche contrapposte tra le diverse macro-attività del comparto: la produzione di fiori e piante (52,6 milioni di euro) e la produzione vivaistica (29 milioni) registrano entrambe un decremento di -1%, mentre il servizio di sistemazione di parchi e giardini offerto dalle imprese ha quasi raggiunto i 128 milioni di euro (+1%).
VENDITE I DIMINUZIONE

Il 2017 ha anche segnato un calo delle vendite a livello regionale (dal 21,5% al 20,3%) e ancora di più di quelle a livello locale (dal 33,1% al 29,2%). Tutto ciò a favore sia dell'aumento della quota di vendite destinate all'estero, soprattutto nell'Unione europea, che registrano un'ulteriore crescita passando dal 6,3% all'8,9%, sia delle vendite sul territorio nazionale, passate dal 38,7% al 41,4%. Le imprese venete soffrono ancora troppo le capacità e le potenzialità dei leader produttivi nazionali, con la conseguenza che il comparto fatica ad uscire dalla fase di stagnazione e a trovare soluzioni migliorative per affrontare il mercato.
A.Gar.
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Il Gazzettino