Fca-Renault, l'intesa passa per Nissan

Fca-Renault, l'intesa passa per Nissan
LA TRATATTIVAPARIGI «Se un nuovo accordo ci sarà, sarà presto, questione di settimane, non di mesi»: a Parigi nessuno conferma ufficialmente che si sono riaperte le trattative...

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LA TRATATTIVA
PARIGI «Se un nuovo accordo ci sarà, sarà presto, questione di settimane, non di mesi»: a Parigi nessuno conferma ufficialmente che si sono riaperte le trattative per la fusione tra Fiat-Chrysler e Renault, ma tutti sembrano più o meno d'accordo sui tempi. O presto o mai più. Passata la delusione per il matrimonio saltato, le due famiglie automobilistiche sono di nuovo al lavoro per redigere un altro contratto prematrimoniale. Il fallimento del primo tentativo avrà almeno consentito di evidenziare quali sono i veri nodi da sciogliere: il ruolo e il peso dello Stato nel capitale del costruttore francese (oggi col 15 % è azionista di riferimento) e l'alleanza tra Renault e Nissan.

IL MINISTRO
Su questi due fronti, Fca, Renault e Nissan si stanno già muovendo anche se appunto mancano conferme ufficiali. Lo Stato francese, per voce del suo ministro dell'Economia Le Maire (considerato principale responsabile del fallimento dell'accordo nella notte tra il 5 e il 6 giugno) ha già fatto sapere di essere pronto a ridurre il suo peso. Questo farebbe contenti sia il management di Renault, sia soprattutto quello di Nissan che, per motivi diversi, considera la politica ingombrante almeno quanto Fca (nel comunicato per spiegare il ritiro dell'offerto Fiat puntava il dito proprio sulle «condizioni politiche in Francia»). I negoziati tuttavia non sono facili. Tutti sembrano in teoria d'accordo sulla necessità della fusione. All'Assemblea degli azionisti di tre giorni fa Senard è stato chiaro e nessuno lo ha smentito: «L'industria automobilistica cinese sta per abbattersi come uno tsunami sulle nostre regioni». Ma il punto di incontro che eviterebbe di fallire una seconda volta, non è ancora stato trovato. Nissan non soffre soltanto il peso dello Stato francese, ma anche quello del suo azionista Renault, che detiene al momento il 43,4% del capitale. Un'eventuale fusione farebbe entrare nel capitale del costruttore giapponese «un nuovo azionista al 43 %, ancora più forte e che non conosciamo», ha fatto sapere ieri una fonte da Tokyo. Nissan sarebbe dunque pronta a sostenere il matrimonio soltanto con una «riduzione sensibile» della partecipazione di Renault, in cambio magari della garanzia della presenza di più rappresentanti francesi nei suoi consigli. Renault e il governo stanno già negoziando con il Ceo Hiroto Saikawa. «Tutte le opzioni sono aperte» ha detto Le Maire. Ma qui anche Fca ha la sua da dire: Renault meno implicata in Nissan rende la fusione meno interessante. Non a caso Toby Myerson, uno dei principali negoziatori per Fiat-Chrysler, è stato a Tokyo nei giorni scorsi. Fca sarebbe pronta ad andare avanti con l'accordo in caso di una riduzione di Renault nel capitale di Nissan, ma soltanto se questa riduzione è «simbolica». La partecipazione dei francesi nel gruppo giapponese «è parte integrante del valore di Renault» ha fatto sapere una fonte vicina ai negoziati, una riduzione nel capitale di Nissan «inciderebbe sul valore della transazione di fusione». Il matrimonio è ormai un menage a tre.

Francesca Pierantozzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino