IL PROCEDIMENTOPORDENONE Il processone sui falsi Dop di San Daniele comincia da quattro riti abbreviati. Riguardano figure che, nella mega inchiesta dei carabinieri del Nas di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PORDENONE Il processone sui falsi Dop di San Daniele comincia da quattro riti abbreviati. Riguardano figure che, nella mega inchiesta dei carabinieri del Nas di Udine e dell'Ispettorato antifrode, possono essere considerate marginali. All'allevatrice Nadia Di Giorgio di Remanzacco, alla veterinaria Elisa Borin di San Pietro di Feletto, al veterinario Franco Pinardi di Pordenone e all'imprenditore Giuseppe Presacco di Rivignano Teor non è mai stata contestata l'ipotesi di associazione per delinquere, bensì il concorso in frode in commercio (solo tentato per Presacco). Gli avvocati Lara Cisilino, Cristiana Polesel, Gian Lucio Morassutti e Piergiorgio Bertoli hanno chiesto un rito abbreviato condizionato all'audizione di consulenti, sentiti nell'udienza preliminare di ieri. In particolare è stato sentito il professor Valerio Giaccone per i due veterinari, il cui intervento si è focalizzato sulle ispezioni post mortem dei suini e sugli oneri che competono al veterinario. Per Presacco, che gestisce il macello di Castions di Strada, è intervenuto il consulente nominato dall'avvocato Bertoli, Edi Sanson, che ha evidenziato alcune anomalie, tra cui il sequestro di alcune cosce (novembre 2017) già declassate a marzo o lo scambio, sempre in fase di sequestro, di due partite di prosciutti appartenenti a due diversi allevatori.
LE DISCUSSIONI
Alla prossima udienza - fissata per il 23 marzo - è attesa la discussione. Il gup Rodolfo Piccin darà spazio alla requisitoria del pm Carmelo Barbaro. Seguiranno gli interventi delle parti civili: l'avvocato Luca Zanfagnini rappresenterà il Consorzio del prosciutto di San Daniele (in via provvisoria chiede 300mila euro per il grave danno d'immagine patito; l'avvocato Umberto D'Autilia tutela la Centrale Adriatica società cooperativa e la Società Cooperativa Italia Casalecchio di Reno; la quarta parte civile si è costituita per la Morgante srl. Dovrebbe esserci spazio anche per le difese di Borin e Di Giorgio. Dopodichè si tornerà in aula il 18 maggio per concludere tutte le discussioni, comprese quelle degli imputati che non hanno fatto istanza di rito alternativo e che rischiano un rinvio a giudizio.
MESSA ALLA PROVA
Il primo a uscire dal processo è Filippo Sbuelz di Mortegliano, a cui si contestava il concorso nella presunta truffa ai danni di Regione Fvg e Agea di un contributo da 400mila euro a favore del Gruppo Carni friulane di Aviano. Avrebbe raccolto per conto del macello avianese la documentazione, ritenuta falsa dalla Procura, da produrre in Regione. «Era soltanto un consulente - spiega l'avvocato Stefano Buonocore - Una posizione del tutto estranea alle frodi e marginale». Ha chiesto la messa alla prova, che consisterà in sei mesi di attività di volontariato alla coop Itaca.
REATO ASSOCIATIVO
L'unico a patteggiare sarà il codroipese Michele Pittis, dipendente del Gruppo Carni friulane coinvolto sin dalle prime battute dell'inchiesta e a suo tempo sottoposto a misura cautelare. L'accordo raggiunto dall'avvocato Gian Lucio Morassutti con la Procura lascia intendere che per l'associazione ci sarà una richiesta di non luogo a procedere. Il reato associativo è un'ipotesi già esclusa dal Tribunale del Riesame di Trieste e dalla stessa Cassazione, ma poi riproposta dal titolare dell'inchiesta, il pm Marco Brusegan, quando ha formulato le richieste di rinvio a giudizio. Il fascicolo è stato assegnato al pm Carmelo Barbaro, che in questa fase non si è ancora pronunciato sul punto. Se lassociazione per delinquere non verrà riconosciuta dal gup Piccin, la maggior parte di coloro che andranno a giudizio risponderà soltanto per la frode in commercio e la vendita di prodotti con segni mendaci, cioè prosciutti Dop provenienti da suini con pesi e razze non conformi dal disciplinare del San Daniele e del Parma. Il nuovo capo di imputazione rimetterà tutti in pista per un rito alternativo o per l'istanza di messa alla prova.
GLI IMPUTATI
Gli imputati sono 24, a cui si aggiungono le società chiamate a rispondere per l'illecito amministrativo e che sono Gruppo Carni friulane Srl, Testa&Molinaro Spa, Cinausero Ss, Zuccolo ss, Impresa 4Esse, Green Pig, Agrifarm, Ineq e Ipq (quest'ultimo sono gli istituti di certificazione del San Daniele e del Parma). Si tratta della prima tranche dell'inchiesta. Dal fascicolo madre sono state stralciate altre 52 posizioni (di cui 15 società): il processo è già stato avviato davanti al giudice monocratico Giorgio Cozzarini. A giorni è attesa la nuova udienza.
Cristina Antonutti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino