«Esplosione davanti alla nostra scuola: è guerra urbana»

«Esplosione davanti alla nostra scuola: è guerra urbana»
PAURA IN BRASILEPADOVA «Un camion di raccolta dei rifiuti è stato fatto esplodere a cinquanta metri dalla nostra scuola. Qui qualcuno parla apertamente di attentato nei nostri...

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PAURA IN BRASILE
PADOVA «Un camion di raccolta dei rifiuti è stato fatto esplodere a cinquanta metri dalla nostra scuola. Qui qualcuno parla apertamente di attentato nei nostri confronti: fosse vero, chiuderemmo tutto».

A parlare, con tono decisamente spaventato, è Bruno Pescia. Tredici anni fa suo figlio Andrea, padovano di trentuno anni, venne ucciso a colpi di pistola nella città brasiliana di Fortaleza da un diciassettenne che poco prima gli aveva rubato il computer. Pescia è ancora molto legato al Paese carioca perché dalla tragedia della morte di suo figlio è nata dieci anni fa la Escola Andrea Pescia intitolata proprio al ragazzo padovano. L'obiettivo è accogliere i bambini che vivono nelle favelas. È situata vicino allo stadio, fuori dal centro, ma in città è in atto una guerriglia civile che non risparmia nessuna zona. Nemmeno la sua scuola. Proprio per questo motivo l'edificio non ha riaperto il 7 gennaio come previsto dopo le vacanze di Natale.
I TIMORI
«Purtroppo Fortaleza, sta diventando una delle città più pericolose al mondo e l'episodio di pochi giorni fa lo dimostra - spiega Pescia -. Per fortuna i bimbi non erano a scuola vista la situazione di follia pura che incombe su Fortaleza. Abbiamo deciso di prorogare l'apertura in base a ciò che succede. Non voglio nemmeno pensare a cosa sarebbe potuto accadere con oltre 250 bambini nella struttura e una ventina tra insegnanti, cuoche ed ausiliarie. Era presente solo il personale, una ventina di persone appunto, che se la sono cavata con un enorme spavento. Vedremo adesso i danni, ma sono davvero infuriato. Lo stato brasiliano non ci ha mai aiutato e questo episodio supera il limite».
GLI INCENDI

«In centro a Fortaleza si registrano continuamente bus incendiati e centinaia di attacchi ad edifici pubblici e pompe di benzina - spiega ancora Pescia -. Le bande delle droga che dominano a Fortaleza non accettano il giro di vite del nuovo presidente Bolsonaro. La città, autentica metropoli sul mare con oltre quattro milioni di abitanti, è una delle dieci città più pericolose al mondo ed io ne so purtroppo qualche cosa. Nella nostra scuola abbiamo sospeso tutte le attività proprio perché la paura è davvero tanta» dice Bruno aspettando notizie da oltreoceano. «Siamo partiti nel 2009 con 60 bambini, ora ce ne sono 250» raccontava pochi mesi fa con orgoglio. Ma ora prevale soprattutto il pericolo-attentati.
G.Pip.
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Il Gazzettino