Cinque milioni di euro (circa) per una centrale elettrica veneziana. È in dirittura d'arrivo la vendita da parte di Enel della Giuseppe Volpi, la storica centrale a carbone di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La vendita della Giuseppe Volpi riguarda un'area industriale e portuale piuttosto ampia: 11 ettari di Porto Marghera comprensivi di banchina demaniale su uno dei principali canali navigabili dell'area e che quindi si prestano bene ad un investimento in ambito logistico. Un'operazione centrale nella riconversione industriale dell'area, tenendo presente che l'investimento milionario dovrebbe portare alla creazione di nuovi posti di lavoro, distribuiti, verosimilmente, tra logistica, nuove tecnologie industriali e del freddo.
Della vecchia centrale non rimarrà che il ricordo di quasi un secolo d'attività, iniziata nel 1922 con la costruzione ad opera della Società Adriatica di Elettricità - promossa dal conte Giuseppe Volpi di Misurata, di cui porta ancora il nome - e andata avanti fino a pochi anni fa, quando la sua chiusura venne decisa per il crollo dei consumi energetici - anche quelli del vecchio polo chimico - e perché il futuro della produzione d'energia è sempre più legato alle fonti rinnovabili. Di centrali a carbone, neppure di ultima generazione, sono in pochi a volerne sentir parlare. Ma questa è un'altra storia. Quel che è certo è che una volta smantellata la vecchia centrale e bonificata l'area, della «Volpi» rimarranno le due turbine, donate di recente all'istituto tecnico Pacinotti di Mestre.
La Volpi è la prima centrale di Enel ad essere ceduta, in un pacchetto che conta altri 22 siti da dismettere su tutto il territorio nazionale. In dettaglio, i siti Enel oggetto di questa trasformazione, per una potenza installata complessiva di 13 GW (gigawatt), sono Trino vercellese (VC), Alessandria, Genova, La Spezia, Carpi (MO), Porto Marghera (VE), Porto Tolle (RO), Livorno, Piombino (LI), Camerata Picena (AN), Pietrafitta (PG), Gualdo Cattaneo (PG), Montalto di Castro (VT), Campo Marino (CB), Larino (CB), Maddaloni (CE), Giugliano (NA), Bari, Rossano Calabro (CS), Termini Imerese (PA), Augusta (SR), Porto Scuso (CI), Assemini (CA).
Si tratta di impianti che possono ancora produrre energia elettrica, ma anche di vecchie centrali «di città», che essendo incastonate in tessuti urbani già definiti, hanno bisogno di essere completamente ripensate, sul modello, ad esempio, della Tate di Londra, uno dei musei più visitati al mondo, allestito all'interno di una vecchia centrale a nafta. Ci sono poi alcune centrali che, pur lontane dai centri città, non sono più adatte a produrre energia. Caso esemplare è la centrale turbogas di Alessandria. Per loro c'è bisogno di un'idea nuova e per questo Enel ha lanciato, con il Politecnico di Milano, un concorso di idee (bando su www.futur-e.enel.it) con 20mila euro in palio per il vincitore. Tra i nomi in ballo c'è anche Porto Marghera, ma qui il futuro pare già scritto.
© riproduzione riservata Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino