Enel, addio a Marghera: la centrale Volpi venduta per 5 milioni

Mercoledì 8 Luglio 2015
Enel, addio a Marghera: la centrale Volpi venduta per 5 milioni
Cinque milioni di euro (circa) per una centrale elettrica veneziana. È in dirittura d'arrivo la vendita da parte di Enel della Giuseppe Volpi, la storica centrale a carbone di Porto Marghera, in funzione dai lontani anni '20. Un affare che si dava per certo già nel 2013. Sono passati due anni, ma i giochi sembrano ormai fatti. Stessa cifra, ma diversi gli acquirenti. All'epoca si parlava di un pool d'imprese: Transped, Simic spa e Citi srl. In due anni qualcosa è cambiato. Dei tre possibili acquirenti, sono rimaste in corsa la Simic spa (specializzata in progettazione criogena e componenti per le centrali a idrogeno) e la Citi srl (carpenteria industriale). La novità dell'ultim'ora è data dalla terza azienda coinvolta, la Porto Invest srl, che di fatto sostituisce la Transped.
La vendita della Giuseppe Volpi riguarda un'area industriale e portuale piuttosto ampia: 11 ettari di Porto Marghera comprensivi di banchina demaniale su uno dei principali canali navigabili dell'area e che quindi si prestano bene ad un investimento in ambito logistico. Un'operazione centrale nella riconversione industriale dell'area, tenendo presente che l'investimento milionario dovrebbe portare alla creazione di nuovi posti di lavoro, distribuiti, verosimilmente, tra logistica, nuove tecnologie industriali e del freddo.
Della vecchia centrale non rimarrà che il ricordo di quasi un secolo d'attività, iniziata nel 1922 con la costruzione ad opera della Società Adriatica di Elettricità - promossa dal conte Giuseppe Volpi di Misurata, di cui porta ancora il nome - e andata avanti fino a pochi anni fa, quando la sua chiusura venne decisa per il crollo dei consumi energetici - anche quelli del vecchio polo chimico - e perché il futuro della produzione d'energia è sempre più legato alle fonti rinnovabili. Di centrali a carbone, neppure di ultima generazione, sono in pochi a volerne sentir parlare. Ma questa è un'altra storia. Quel che è certo è che una volta smantellata la vecchia centrale e bonificata l'area, della «Volpi» rimarranno le due turbine, donate di recente all'istituto tecnico Pacinotti di Mestre.
La Volpi è la prima centrale di Enel ad essere ceduta, in un pacchetto che conta altri 22 siti da dismettere su tutto il territorio nazionale. In dettaglio, i siti Enel oggetto di questa trasformazione, per una potenza installata complessiva di 13 GW (gigawatt), sono Trino vercellese (VC), Alessandria, Genova, La Spezia, Carpi (MO), Porto Marghera (VE), Porto Tolle (RO), Livorno, Piombino (LI), Camerata Picena (AN), Pietrafitta (PG), Gualdo Cattaneo (PG), Montalto di Castro (VT), Campo Marino (CB), Larino (CB), Maddaloni (CE), Giugliano (NA), Bari, Rossano Calabro (CS), Termini Imerese (PA), Augusta (SR), Porto Scuso (CI), Assemini (CA).
Si tratta di impianti che possono ancora produrre energia elettrica, ma anche di vecchie centrali «di città», che essendo incastonate in tessuti urbani già definiti, hanno bisogno di essere completamente ripensate, sul modello, ad esempio, della Tate di Londra, uno dei musei più visitati al mondo, allestito all'interno di una vecchia centrale a nafta. Ci sono poi alcune centrali che, pur lontane dai centri città, non sono più adatte a produrre energia. Caso esemplare è la centrale turbogas di Alessandria. Per loro c'è bisogno di un'idea nuova e per questo Enel ha lanciato, con il Politecnico di Milano, un concorso di idee (bando su www.futur-e.enel.it) con 20mila euro in palio per il vincitore. Tra i nomi in ballo c'è anche Porto Marghera, ma qui il futuro pare già scritto.
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