Eligio Grizzo difende la linea dura «Non vogliamo più gente in strada»

Eligio Grizzo difende la linea dura «Non vogliamo più gente in strada»
LA STRATEGIAPORDENONE La decisione di avviare un piano per rimpatriare i migranti che usciranno dai progetti di accoglienza nei prossimi mesi deriva principalmente da un fatto: il...

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LA STRATEGIA
PORDENONE La decisione di avviare un piano per rimpatriare i migranti che usciranno dai progetti di accoglienza nei prossimi mesi deriva principalmente da un fatto: il dormitorio di Porcia chiuderà per far posto a una scuola. Al suo interno, meno di una ventina di migranti, più un cittadino italiano senzatetto. Con l'aggiunta dei richiedenti asilo che usciranno prossimamente dai programmi Sprar per l'accoglienza, si arriverà a quasi un centinaio di persone che non avranno più un rifugio notturno, né una possibilità di ottenerlo grazie alle cooperative, visto l'abbandono dei piani di accoglienza.

E in città, così come nei centri più popolosi della provincia, rischierà di tornare a farsi vivo lo spettro dei bivacchi.
IL COMMENTO
«È proprio quello che non vogliamo - ha detto l'assessore alle Politiche sociali di Pordenone, Eligio Grizzo -. Le scene del passato non torneranno, non avremo più persone che vivono in strada e che passano il loro tempo a vagabondare». È un timore, molto più che una certezza.
Il Comune di Pordenone non metterà a disposizione una nuova struttura pubblica, come spiegato più volte dal sindaco Alessandro Ciriani, ma ha già pensato a dove dirottare le persone che usciranno dallo stabile purliliese quando quest'ultimo sarà liberato per far spazio ai lavori di ristrutturazione per la realizzazione di una nuova scuola.
I migranti che oggi trovano spazio nel dormitorio di via Roma saranno distribuiti in alcuni appartamenti lasciati liberi da altri richiedenti asilo nei mesi scorsi. Era questo l'annuncio di qualche mese fa del vicesindaco Eligio Grizzo.

Oggi però la situazione è cambiata, perché ai migranti ospitati all'interno del dormitorio si devono aggiungere anche i prossimi fuoriusciti dallo Sprar. Dell'accoglienza dei migranti senza protezione che usciranno dal dormitorio si occuperanno la Caritas e la Croce Rossa. E questa, almeno, l'indicazione che arriva dalle stanze del municipio pordenonese. Una volta usciti dal dormitorio - aveva spiegato infatti Eligio Grizzo - frequenteranno corsi di italiano e lezioni finalizzate all'orientamento e all'avviamento al lavoro.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino