Egregio direttore, bene ha fatto il governo ad impedire l'invio dall'Italia all'Austrialia

Egregio direttore, bene ha fatto il governo ad impedire l'invio dall'Italia all'Austrialia
Egregio direttore,bene ha fatto il governo ad impedire l'invio dall'Italia all'Austrialia di 250 mila dosi di vaccino. Ma come, dico io: a noi mancano le dosi per metter al sicuro...

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Egregio direttore,
bene ha fatto il governo ad impedire l'invio dall'Italia all'Austrialia di 250 mila dosi di vaccino. Ma come, dico io: a noi mancano le dosi per metter al sicuro i nostri anziani, i nostri insegnanti, i nostri ragazzi e poi mandiamo dall'altra parte del mondo i vaccini che produciamo in Italia? Mi sembra di capire che qualcuno non ce la racconta giusta. E che dietro gli accordi per la fornitura di vaccini all'Europa ci siano molte ombre e cose da chiarire. O mi sbaglio?

Luigi Pillon
Padova

Caro lettore,

il caso AstraZeneca e gli oltre 250mila vaccini prodotti in Italia che dovevano finire dall'Europa all'Australia, ci dimostrano una cosa: non è affatto vero, come hanno dichiarato in molti, che il mercato dei vaccini sia rigidamente controllato, che non esistono mercati paralleli, che i vaccini prodotti in Europa vengono consegnati esclusivamente ai governi Ue. Non è così. AstraZeneca è uno dei gruppi che ha ridotto del 60 per cento le sue consegne di dosi all'Italia e ad altri paesi europei, giustificandosi con un calo di produttività dei propri impianti. Eppure si apprestava a spedire vaccini, prodotti in Europa, dall'altra parte dell'emisfero. Smentendo ciò che aveva dichiarato l'amministratore delegato del gruppo appena pochi giorni fa in un'intervista: «Noi non dirottiamo in altri paesi i vaccini prodotti in Europa. Sarebbe insensato». Evidentemente non lo è. Anche perchè il caso Australia non è isolato. Fonti di Bruxelles stimano che almeno un terzo della produzione vaccinale europea possa essere finita fuori dalla Ue. Dove? Non è dato saperlo. Ma a quanto pare quella australiana è solo una piccola partita. E non può essere un caso che, in coincidenza dei tagli di forniture, siano comparsi broker e intermediari che hanno proposto anche alle regioni italiane rilevanti quantità di vaccini. I soliti noti avevano subito gridato allo scandalo. Parlando di prodotti di incerta provenienza. E proclamando che non esistevano mercati diversi da quelli ufficiali e che le case farmaceutiche non davano ad altri i vaccini prodotti per l'Europa. Ora sappiamo con certezza che non è così. Intanto però, tra bugie e zone d'ombra, noi dobbiamo fare i conti con una quantità di vaccini assai inferiore a quella che sarebbe necessaria per immunizzare in pochi mesi tutta la popolazione. L'Europa e l'Italia non possono più tollerarlo.
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Il Gazzettino