Ecolab non cambia idea Partono i licenziamenti

Ecolab non cambia idea Partono i licenziamenti
L'AZIENDAROVIGO La decisione è presa: lo stabilimento di Rovigo non rientra più nei piani di Ecolab e sarà dismesso in ogni caso. Sono stati i rappresentanti stessi della...

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L'AZIENDA
ROVIGO La decisione è presa: lo stabilimento di Rovigo non rientra più nei piani di Ecolab e sarà dismesso in ogni caso. Sono stati i rappresentanti stessi della divisione italiana della multinazionale, con sede principale in Minnesota, a comunicare la scelta aziendale di chiudere la sede produttiva di viale del Lavoro, quella che fino al 2011, quando fu acquistata con una fusione per incorporazione, era la Esoform, azienda modello nel settore chimico farmaceutico, nata nel 1921 e in grado di essere presente in quasi ogni ospedale d'Italia con i propri disinfettanti.

L'ANNUNCIO
Per i 43 lavoratori, attorno a mezzogiorno di ieri, è arrivato l'annuncio da parte dell'azienda dell'imminente avvio della procedura di licenziamento collettivo. Già prima, a partire dalle 9, fra rabbia e amarezza, si erano riuniti in assemblea straordinaria, decidendo all'unanimità di effettuare ogni possibile forma di lotta, a cominciare dallo sciopero, insieme ai rappresentanti sindacali della Filctem Cgil, Federica Franceschi, della Femca Cisl, Enrico Rigolin, e della Uiltec, Giampietro Gregnanin, ai quali già martedì pomeriggio era stato preannunciato il disegno strategico della multinazionale in un incontro, avvenuto nella sede rodigina di Confindustria, convocato dai vertici dell'azienda stessa, già più volte nel recente passato sollecitata a un confronto, al quale hanno partecipato Antonio Costantini, amministratore delegato di Ecolab Italia, Emilia Brunotti dell'ufficio Risorse umane e Patrick Jean vice president supply chain della divisione Healthcare, assistiti dall'avvocato Carlo Marinelli.
ROTTA PER LA FRANCIA
Se i sindacati si sono già attivati chiedendo la convocazione di un incontro urgente al prefetto Maddalena De Luca, nell'assemblea dei lavoratori è emerso come già ci fossero stati segnali preoccupanti, che non erano sfuggiti, di trasferimenti di alcune produzioni al sito francese di Châlons en Champagne. Una sorte di delocalizzazione strisciante. Che in un certo senso, è stata ammessa dalla multinazionale. Una realtà che ha una dimensione tale, con un fatturato che nel 2015, prima di ulteriori acquisizioni avvenute nel 2017, fra le quali proprio quella in Francia dei Laboratoires Anios, si attestava sui 13,5 miliardi di dollari e contava 47mila dipendenti. Un colosso che ha dinamiche e logiche con le quali è difficile fare i conti. Il fatto che lo stabilimento rodigino di per sé non sia in perdita e anzi ben funzionante e in salute, non è un aspetto che rileva, visto che la valutazione sulla rete europea di produzione e distribuzione effettuata dagli analisti della multinazionale ha bollato come non utile lo stabilimento polesano, uno dei quattro in Italia, fra i quali anche quello veronese di Pescantina. Questa, quindi, appare una decisione irreversibile.
AMMORTIZZATORI

Nonostante questo, sono state fatte delle aperture dal punto di vista delle ipotesi in campo per cercare di rendere il meno gravose possibile le pesanti ricadute sui lavoratori, che a giorni riceveranno la funesta lettera. E seppure se si tratti solo di una delle tante ipotesi, non è stata esclusa anche l'eventualità di poter cedere lo stabilimento, sempre che si presenti un acquirente pronto a mettere sul piatto la somma ritenuta congrua da Ecolab che come si è capito, fa di tutto, dai detergenti industriali ai gel dentistici, dai prodotti di bellezza a quelli veterinari, dagli utensili per la ristorazione ai servizi di depurazione delle acque delle centrali nucleari, fuorché beneficenza fine a se stessa. Ora si apre una fase interlocutoria di almeno un paio di mesi, visto che anche nel confronto con i sindacati è emerso come l'azienda abbia messo in conto 75 giorni per arrivare alla conclusione delle procedure di mobilità. Una fase delicata per le sorti dei lavoratori e per l'economia polesana nel suo complesso, che rischia di perdere da un giorno all'uno dei fiori all'occhiello della propria industria.
Francesco Campi
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Il Gazzettino