Il progetto di Gianni Corradini, che quando era amministratore delegato del Casinò di Venezia tra fine anni Novanta e primi 2000 fece costruire la sede di Ca' Noghera...
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Quanto al primo punto, aprire il Casinò a nuovi soci non è una novità: nel 1996, quando fu costituita la società per azioni del Casinò, i soci erano quattro: i Comuni di Venezia, Jesolo, Abano e l'Apt. Col tempo Venezia è rimasta da sola perché la società dal 2002 ha cominciato a perdere. I lavoratori, per pagare parte delle quote, «potrebbero rinunciare al 50% del Tfr (riducendo di oltre 4 milioni di euro l'indebitamento della società) e al 50% delle mance per i primi tre o quattro anni, apportando in questo modo 15 milioni di euro» sostiene Corradini. E il management, «per rendere profittevole l'operazione, non dovrà più essere scelto con logiche partitiche, ma confermato anno per anno dagli azionisti sulla base dei risultati».
L'ultimo punto riguarda le nuove strade da percorrere perché, conclude l'ex manager, il casinò "in jeans" di Ca' Noghera (perché più informale di Ca' Vendramin) è stata una grande innovazione per la fine degli anni Novanta «ma già dopo qualche anno si sarebbe dovuto aggiungere qualcos'altro: io avevo tentato con l'online a Malta ma mi hanno bloccato. Ora è il tempo di affiancare ai "casinò di stile" (Ca' Vendramin) e "di convenienza" (Ca' Noghera), il "casinò di transito" per i viaggiatori e il "casinò di divertimento" con attrazioni che vadano oltre i soli giochi». (e.t.)
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Il Gazzettino