Un report diffuso dall'Alto Commissariato per i diritti Umani dell'Onu conferma le pregresse denunce della popolazione e dei media locali. «In Venezuela - si legge nella nota -...
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Il passaggio più importante del report è quello in cui l'Onu denuncia chiaramente i mandanti delle violenze: «La responsabilità delle violazioni dei diritti umani che abbiamo registrato corrisponde ai più alti livelli del governo». Il dossier dell'Onu è stato stilato a distanza, poiché le autorità venezuelane non hanno risposto alle richieste di accesso dell'organismo internazionale. Dal 6 al 31 luglio, sono state condotte circa 135 interviste con esponenti della società civile che hanno messo in luce anche «un uso letale delle forze di sicurezza contro i manifestanti». La denuncia dell'Onu - che probabilmente rimarrà inascoltata dal governo Maduro e dalla sua plenipotenziaria Assemblea Costituente - aiuta però la comunità internazionale a ufficializzare i numeri della violenza.
Nelle ultime 24 ore altri due giovani sono stati uccisi durante le proteste di piazza; destituito e condannato un altro sindaco di opposizione. Intanto, 17 ministri degli Esteri del continente americano si sono riuniti in Perù per studiare una soluzione comune al caso venezuelano. Il Cile propone un gruppo permanente, mentre il Brasile propende per un accordo vincolante. L'emigrazione dal Venezuela comincia ad avere numeri impressionanti. Ogni giorno 25mila venezuelani attraversano il ponte Simón Bolívar per recarsi in Colombia. Dal coro di condanne, esula però la voce di Diego Armando Maradona: «Siamo chavisti fino alla morte. E quando Maduro lo ordinerà, io mi vestirò da soldato per un Venezuela libero, per combattere contro l'imperialismo e contro quelli che tentano di impossessarsi della nostra bandiera, che è la cosa più sacra che abbiamo». L'argentino ha infine chiuso il suo post Facebook con un «Viva Chávez! Viva Maduro! Viva i venezuelani veri, non quelli interessati e coinvolti con le politiche di destra».
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Il Gazzettino