Didattica alternativa

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LA SCELTA
BELLUNO La scuola inizia tra 10 giorni, ma non per tutti. Ci sono una ventina di bambini bellunesi che non siederanno sui banchi. E c'è chi addirittura in classe non ci è mai andato. È il popolo degli homeschoolers, minorenni che stanno crescendo con l'educazione parentale. Ovvero, più semplicemente, la scuola a casa. Una scelta che sta suscitando sempre maggiore curiosità in provincia. Almeno a giudicare dalla sala stracolma venerdì sera all'incontro su L'istruzione parentale in ambito famigliare un approccio possibile all'apprendimento, che si è tenuto nello spazio culturale Casa Rossa di Ponte nelle Alpi.

L'INCONTRO
Erano presenti tanti genitori che hanno deciso di intraprendere questo percorso di istruzione per i loro figli, ma anche tanti bimbi che non sanno cosa sia la scuola tradizionale. Poi tanti curiosi, che stanno valutando di intraprendere questo percorso. A fare gli onori di casa due mamme di Limana, che hanno fatto questa scelta tempo fa: Morena Franzin, che è anche referente di zona, e Michela Bellia. È arrivato dalla Lombardia anche il presidente nazionale della Laif (ovvero l'associazione istruzione famigliare), Sergio Leali, che ha fatto un lungo intervento. Ma la star della serata è stato indubbiamente Matteo B., un bimbo di 10 anni padovano, in vacanza a Falcade, che a scuola non c'è mai andato. Eppure ha incantato tutti con la sua preparazione su storia, geografia, matematica, informatica e anche le sue doti di conoscitore e esperto del cubo di Rubik, che riesce a comporre in pochi secondi, e creatore di Sudoku.
L'ALTERNATIVA
Per scegliere questo percorso non c'è bisogno che i genitori abbiano un determinato titolo di studio. Basta il tempo e l'impegno. È adatta a bimbi con disturbi specifici di apprendimento, ma anche per normodotati e plusdotati. Insomma è per tutti. «Ho due in età scolare e sono una mamma homeshooler - ha spiegato al pubblico Morena Franzin -. Abbiamo notato che quando qualcuno sente parlare di istruzione parentale per la prima volta rimane un po' sconcertato. Molti non sanno proprio dell'esistenza di questo tipo di apprendimento e non si sa che è l'istruzione a essere obbligatoria e non la scuola. Invece l'homeschooling è sempre esistita. Era così all'inizio, prima che nascesse la scuola pubblica, a fine Seicento. E era l'unico modo di fare un'istruzione intellettuale. Non stiamo inventando niente: torniamo alle radici». Così Morena per far risolvere i problemi di matematica ai suoi figli li porta al mercato, dove hanno a che fare con mele e pere vere, non quelle disegnate sui quaderni.
I NUMERI

Anche se, alla vista del pubblico presente, l'homeschooling sembra una grande realtà nel Bellunese non c'è un dato preciso, come spiega anche la referente Laif Morena Franzin: «Non ci sono statistiche che siano concrete in tutta Italia, anche se nelle scuole ci sono i registri (ma il Provveditorato non ha un dato ufficiale ndr). Per passaparola, più o meno siamo in 13 famiglie bellunesi (circa una ventina di bimbi ndr). Ma ci sono tante altre famiglie che non mandano i bimbi all'asilo e lì è ancora più impossibile capire».
Olivia Bonetti
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino