Dall'estero osservatori a caccia di specialisti

Dall'estero osservatori a caccia di specialisti
L'ALLARME TREVISO Il sistema sanitario pubblico scopre un nuovo nemico. Sono gli osservatori delle cliniche private estere che vengono mandati negli ospedali del trevigiano per...

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L'ALLARME
TREVISO Il sistema sanitario pubblico scopre un nuovo nemico. Sono gli osservatori delle cliniche private estere che vengono mandati negli ospedali del trevigiano per cercare di portarsi a casa i medici considerati più bravi ed esperti. Come? Proponendo loro un contratto con uno stipendio decisamente più alto rispetto a quello che percepiscono nelle strutture pubbliche. L'allarme è partito dall'Ordine dei medici di Padova. E si sta rapidamente allargando a tutto il Veneto. Gli osservatori, stando alla segnalazione, arrivano in particolare dalla Francia e dall'Inghilterra. Funziona un po' come il calciomercato. Sembra un vero e proprio paradosso: da una parte l'Usl della Marca sta cercando medici nell'Est Europa e in Sud America per mitigare la carenza di camici bianchi negli ospedali, per il momento senza successo, e dall'altra si ritrova a doversi difendere dall'aggressiva ricerca di specialisti portata avanti direttamente sul campo dalle cliniche francesi e inglesi. Tra l'altro l'azienda sanitaria trevigiana non ha nemmeno provato a cercare medici negli Stati dell'Europa occidentale: impossibile competere a livello di stipendi. Ed è proprio questo il punto. E' il mercato, bellezza. La sanità non è un'isola felice. «Abbiamo alzato il livello di guardia per intercettare eventuali proposte di lavoro del genere, provenienti dall'estero, avanzate direttamente all'interno degli ospedali rivela Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca fino a questo momento, comunque, non abbiamo ricevuto segnalazioni formali su tale questione». Ciò, però, non fa dormire sonni troppo tranquilli. Perché è vero che anche per i medici spostarsi all'estero di punto in bianco non è mai una passeggiata. Ma è anche vero che davanti a stipendi che raddoppiano con la stessa velocità più di qualcuno potrebbe essere tentato di varcare il confine. Per gli ospedali di casa nostra, oltre al danno ci sarebbe pure la beffa. (mf)

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Il Gazzettino