Dal Giappone a San Marco per far conoscere al mondo l'antica arte del kimono

Dal Giappone a San Marco per far conoscere al mondo l'antica arte del kimono
IL CORTEOMetti un kimono in piazza San Marco. Anzi, non uno, ma cinquanta. Tutti fatti rigorosamente a mano, di seta cangiante, uno diverso dall'altro. Per indossarli, le signore...

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IL CORTEO
Metti un kimono in piazza San Marco. Anzi, non uno, ma cinquanta. Tutti fatti rigorosamente a mano, di seta cangiante, uno diverso dall'altro. Per indossarli, le signore arrivate dal Giappone hanno dovuto farsi aiutare da un assistente perché non è possibile, senza un aiuto, mettere al loro posto i dodici pezzi di cui sono composti questi indumenti. Bisogna essere in due e servono almeno venti minuti a testa. Dopodiché, in piazza San Marco, quando il gruppo si è messo in posa davanti alla basilica, i turisti si sono scatenati a scattare foto. «Neanche in Giappone capita di vedere così tante signore indossare tutte assieme il kimono, è uno spettacolo anche per noi», ha confessato l'interprete Yukimo Shogan che accompagnava il gruppo.

I PROMOTORI
L'iniziativa è di Japan Kimono System, l'associazione presieduta da Hidenori Sasaki nata nel 1993 e che da tempo organizza visite culturali per promuovere quello che è diventato il costume nazionale del Giappone. Dell'associazione fanno parte principalmente negozi che vendono i pregiati tessuti con cui realizzare i kimono. In tutto sono 97 soci. «Non è una catena - ha specificato il presidente Hidenori Sasaki - Sono tutte singole boutique o sartorie. E le signore che indossano i costumi sono le titolari e anche alcune loro clienti. È la più grande associazione di kimono».
LO SCOPO
La visita a Venezia ha avuto proprio lo scopo di far conoscere questo prezioso indumento. Prezioso anche perché servono un mese e mezzo di lavoro per realizzarlo. Il modello base costa circa 2mila euro, ma si può arrivare a prezzi stratosferici, a seconda dei tessuti impiegati. E anche delle calzature. Le infradito calzate da presidente Hidenori Sasaki erano realizzate ad esempio con la seta delle cravatte.
Iniziative analoghe ci sono state a Vienna, Praga, Monaco. «È la prima volta che veniamo in Italia e abbiamo scelto la splendida città di Venezia per farci conoscere. Si consideri che raramente indossiamo il kimono quando siamo all'estero ed è ancor più raro presentarci tutti in gruppo in costume», ha detto il presidente del sodalizio.

I componenti dell'associazione Jks hanno formato un singolare corteo partendo dall'hotel Danieli e, attraversando piazza San Marco, hanno raggiunto l'hotel Luna Baglioni dov'erano in programma il kanpai, cioè il brindisi, e quindi la cena. A fare gli onori di casa Deborah Onisto, consigliera comunale delegata dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ad accogliere gli ospiti arrivati dal Giappone. «Apprezziamo l'amore e la cura che in Giappone vengono riservati all'abito tradizionale del Paese - ha detto Onisto - Tener vive le tradizioni è un valore che ci accomuna. Noi veneziani abbiamo i mestieri, i vetri, i merletti, le feste popolari. In Giappone tengono viva la cultura del kimono. Ma con le tradizioni è il rispetto della città che deve essere soprattutto portato avanti».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino