Dal baby calciatore alle neomamme «Noi siamo qui per ripartire insieme»

Dal baby calciatore alle neomamme «Noi siamo qui per ripartire insieme»
LE STORIE Un borsone con un paio di scarpini, una matita, un compasso e tanta speranza, per aprirsi al futuro ripartendo dalle origini. Michelangelo D'Alfonsi ha vent'anni e la...

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LE STORIE
Un borsone con un paio di scarpini, una matita, un compasso e tanta speranza, per aprirsi al futuro ripartendo dalle origini. Michelangelo D'Alfonsi ha vent'anni e la sua storia è in controtendenza. Qualche settimana fa ha accettato la proposta dell'Amatrice calcio e, da Roma, ha deciso di trasferirsi a Poggio Vitellino, la piccola frazione dove la sua famiglia ha una casa, rimasta agibile dopo la furia del sisma, e dove lui è cresciuto, trascorrendoci le vacanze e le festività.

IL CONSORZIO
Non giocherà soltanto a pallone, Michelangelo: ad Amatrice avrà l'opportunità di affacciarsi al mondo del lavoro con un tirocinio da geometra che inizierà a settembre. Sulla maglia che indosserà in campo, nel campionato di promozione, ci sarà una scritta che racconta un'altra storia di coraggio e di fiducia nel futuro. Lo sponsor principale dell'Amatrice calcio è infatti Matrix, il consorzio nato da quattro imprese edili del territorio che hanno deciso di unire le forze per contribuire al rilancio dell'economia locale, puntando sui giovani e fornendo nuove opportunità di lavoro.
Le foto con i pancioni alle pendici del Vettore è invece il simbolo che a Norcia la resilienza è mamma. Dalla cittadina umbra che ha dato i natali al Patrono d'Europa, un gruppo di mamme ha lanciato un messaggio importante a tutti: alla distruzione si può reagire con la Vita. È nata così, quasi per gioco, l'idea di fotografarsi sulla piana di Norcia con il pancione e, qualche mese dopo, con i bambini in braccio. Un messaggio di fiducia e speranza quello lanciato da Deisy Valli, la fotografa che ha avuto l'idea e il gruppetto di amiche e mamme che attraverso questa iniziativa hanno avuto anche modo di raccontare le loro storie di forza e di rinascita, dopo aver vissuto il dramma del terremoto.
«Il sisma ha raccontato Veruska Caporali mi ha cambiato la vita e soprattutto il modo di affrontarla. Quando perdi tutto intorno a te, l'unica forza la trovi nella famiglia. Ed è da lì che si può e si deve ricominciare».
Storie analoghe quelle di Daniela Camelia, Ilaria Ciminelli e Pamela Di Stefano. Da loro anche un appello, che suona più o meno così: «Noi abbiamo costruito nuove vite, ora si riparta davvero con la ricostruzione». Già, perché la sensazione di molti, da Accumoli a Norcia, da Visso ad Arquata, è che sia tutto fermo. Giovanni Perla è presidente dell'Associazione Per la vita di Castelluccio onlus, nata per ridare un'anima a quel borgo noto in tutto il mondo per lo spettacolo della fioritura e per le lenticchie: «A tre anni è tutto fermo. Abbiamo il 100 per cento delle case inagibili».
PROBLEMI DI AGGREGAZIONE

Il problema, a Castelluccio, è anche l'assenza di un luogo in cui la comunità si possa riunire. Le attività commerciali e i ristoranti sono stati delocalizzati in una struttura, inaugurata qualche mese fa, a ridosso del paese. Ma a Castelluccio non c'è un luogo di aggregazione, non c'è una chiesa. E anche la richiesta della Curia di installare un container provvisorio si è scontrata con il muro di cavilli e vincoli paesaggistici che impediscono qualsiasi insediamento. Poche decine di chilometri più in là, nelle Marche, la situazione non cambia: «Qui dice Mario, l'anziano seduto a ridosso di un bar-container non si vede più nessuno. Ci hanno fatto tutti grandi promesse, ora attendiamo i fatti. Ma siamo sfiduciati. Riusciremo a rivedere le nostre case in piedi?».
Ilaria Bosi
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Il Gazzettino