Dal baby calciatore alle neomamme «Noi siamo qui per ripartire insieme»

Domenica 25 Agosto 2019
LE STORIE
Un borsone con un paio di scarpini, una matita, un compasso e tanta speranza, per aprirsi al futuro ripartendo dalle origini. Michelangelo D'Alfonsi ha vent'anni e la sua storia è in controtendenza. Qualche settimana fa ha accettato la proposta dell'Amatrice calcio e, da Roma, ha deciso di trasferirsi a Poggio Vitellino, la piccola frazione dove la sua famiglia ha una casa, rimasta agibile dopo la furia del sisma, e dove lui è cresciuto, trascorrendoci le vacanze e le festività.
IL CONSORZIO
Non giocherà soltanto a pallone, Michelangelo: ad Amatrice avrà l'opportunità di affacciarsi al mondo del lavoro con un tirocinio da geometra che inizierà a settembre. Sulla maglia che indosserà in campo, nel campionato di promozione, ci sarà una scritta che racconta un'altra storia di coraggio e di fiducia nel futuro. Lo sponsor principale dell'Amatrice calcio è infatti Matrix, il consorzio nato da quattro imprese edili del territorio che hanno deciso di unire le forze per contribuire al rilancio dell'economia locale, puntando sui giovani e fornendo nuove opportunità di lavoro.
Le foto con i pancioni alle pendici del Vettore è invece il simbolo che a Norcia la resilienza è mamma. Dalla cittadina umbra che ha dato i natali al Patrono d'Europa, un gruppo di mamme ha lanciato un messaggio importante a tutti: alla distruzione si può reagire con la Vita. È nata così, quasi per gioco, l'idea di fotografarsi sulla piana di Norcia con il pancione e, qualche mese dopo, con i bambini in braccio. Un messaggio di fiducia e speranza quello lanciato da Deisy Valli, la fotografa che ha avuto l'idea e il gruppetto di amiche e mamme che attraverso questa iniziativa hanno avuto anche modo di raccontare le loro storie di forza e di rinascita, dopo aver vissuto il dramma del terremoto.
«Il sisma ha raccontato Veruska Caporali mi ha cambiato la vita e soprattutto il modo di affrontarla. Quando perdi tutto intorno a te, l'unica forza la trovi nella famiglia. Ed è da lì che si può e si deve ricominciare».
Storie analoghe quelle di Daniela Camelia, Ilaria Ciminelli e Pamela Di Stefano. Da loro anche un appello, che suona più o meno così: «Noi abbiamo costruito nuove vite, ora si riparta davvero con la ricostruzione». Già, perché la sensazione di molti, da Accumoli a Norcia, da Visso ad Arquata, è che sia tutto fermo. Giovanni Perla è presidente dell'Associazione Per la vita di Castelluccio onlus, nata per ridare un'anima a quel borgo noto in tutto il mondo per lo spettacolo della fioritura e per le lenticchie: «A tre anni è tutto fermo. Abbiamo il 100 per cento delle case inagibili».
PROBLEMI DI AGGREGAZIONE
Il problema, a Castelluccio, è anche l'assenza di un luogo in cui la comunità si possa riunire. Le attività commerciali e i ristoranti sono stati delocalizzati in una struttura, inaugurata qualche mese fa, a ridosso del paese. Ma a Castelluccio non c'è un luogo di aggregazione, non c'è una chiesa. E anche la richiesta della Curia di installare un container provvisorio si è scontrata con il muro di cavilli e vincoli paesaggistici che impediscono qualsiasi insediamento. Poche decine di chilometri più in là, nelle Marche, la situazione non cambia: «Qui dice Mario, l'anziano seduto a ridosso di un bar-container non si vede più nessuno. Ci hanno fatto tutti grandi promesse, ora attendiamo i fatti. Ma siamo sfiduciati. Riusciremo a rivedere le nostre case in piedi?».
Ilaria Bosi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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