Covid, crolla l'export (-4%) del vino italiano nel 2020

Covid, crolla l'export (-4%) del vino italiano nel 2020
LO SCENARIOROMA Anno dopo anno, dal 1990 il vino italiano ha macinato record su record nel valore delle esportazioni, fino ai 6,4 miliardi di euro dello scorso anno. Ma ora le...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LO SCENARIO
ROMA Anno dopo anno, dal 1990 il vino italiano ha macinato record su record nel valore delle esportazioni, fino ai 6,4 miliardi di euro dello scorso anno. Ma ora le pessime previsioni rese note ieri da Coldiretti indicano per il 2020 una inversione del 4%.

Il dato arriva nel giorno in cui parte la vendemmia in Franciacorta, nella provincia di Brescia, dove per tradizione la raccolta delle uve è sempre in anticipo rispetto alle altre aree vitate d'Italia. A rendere cupe le previsioni in primo luogo è la pandemia del Covid che ha paralizzato la ristorazione in tutto il mondo: addirittura in Cina il crollo dell'import di vino italiano è stato del 44% tra gennaio e maggio. A pesare sono però anche le tensioni commerciali.
Nel Regno Unito le vendite sono scese di quasi il 12% anche a causa delle incertezze legate alla Brexit e pesantissima è la minaccia, che potrebbe concretizzarsi proprio domani, dei nuovi dazi imposti dall'amministrazione Trump sul vino italiano che non era stato penalizzato (a differenza di quello francese) nella prima tornata di sanzioni dello scorso autunno. Gli Stati Uniti sono il principale consumatore mondiale di vino e l'Italia è il loro primo fornitore con gli americani che apprezzano in particolare Prosecco, Pinot grigio, Lambrusco e Chianti.
L'IMPATTO
«Se entrassero in vigore dazi del 100% ad valorem sul vino italiano calcola Coldiretti - una bottiglia di Prosecco venduta in media oggi al dettaglio in Usa a 10 dollari ne verrebbe a costare 15, con una rilevante perdita di competitività». Estremamente significativo quanto rilevato appena tre giorni fa da Mibd - Wine Market Research, secondo cui nei primi sette mesi dell'anno il calo delle vendite di vino in Usa ha pesato quasi tutto sulle spalle della Francia, che ha perso 289,5 milioni di dollari (-36%), mentre l'Italia ha tenuto con una crescita nel periodo del 2,7%, per un aumento di 22,9 milioni di dollari.
LA MINACCIA

Però, la situazione potrebbe nettamente peggiorare se anche in vino italiano venisse inserito dall'Ustr (il registro americano delle dogane) nella black list di prodotti europei a compensazione degli aiuti ritenuti non legittimi concessi al Consorzio Airbus (costituito però solo da Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna). È previsto che la decisione venga comunicata domani, salvo rinvii. Tra le note dolenti - lo sottolinea Ismea anche le difficoltà di esportazione di vini in Russia, che dalla fine di giugno ha introdotto norme più stringenti in materia di etichettatura e di soglie di gradazione. Tutto ciò mentre parte la vendemmia che si prospetta generosa per quantità e qualità mentre ancora nelle cantine sono invenduti 42 milioni di ettolitri di vino, secondo i calcoli di Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini. Il risultato è che l'indicatore Ismea relativo al grado di fiducia degli operatori non è mai stato così basso, essendo sceso nel secondo semestre 2020 di 18 punti rispetto al secondo trimestre del 2019, mentre migliora sulle attese per il futuro a 2 o 3 anni quando si presume un ritorno ai livelli economici del pre-Covid. A picco anche la fiducia dell'industria del vino che perde 32,5 punti, dove a preoccupare sono le insicurezze sugli ordini unitamente alla quasi certezza dell'incremento delle disponibilità.
Carlo Ottaviano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino