Così gli stranieri imparano un lavoro

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PORDENONE - Casa Madonna Pellegrina non è soltanto la sede della Caritas diocesana e delle coop ad essa legate: fervono molte attività, che coinvolgono i 38 ospiti stranieri che vi abitano, nonché i profughi seguiti dai progetti. Gli ospiti vengo coinvolti in laboratori di vario tipo, come la sartoria, dove imparano a riparare coperte o confezionare borse e vestiti con il coordinamento di alcune volontarie sarte. C'è anche un laboratorio dove si insegna a rigenerare vecchi mobili e un gruppo di profughi ha collaborato anche a lavori di piccola falegnameria, mettendo a posto, carteggiando e ridipingendo le finestre di cinque mini appartamenti che si stanno ultimando e che saranno destinati a piccoli nuclei famigliari in difficoltà. Inoltre, un gruppo di lavoro di sei richiedenti asilo, saputo che gli appartamenti saranno destinati a famiglie povere, da un paio di settimane li sta tinteggiando.

Uno dei profughi si occupa del giardino, mentre altri, che parlano già l'italiano, lo insegnano ai compagni pakistani o afghani partendo dall'urdu e dal pashtu, le loro lingue di origine. Altri profughi hanno frequentato un laboratorio di arte terapia, con lo scopo di offrire un'occasione di riflessione e rielaborazione delle proprie emozioni legate alla famiglia e al Paese d'origine. Si occupano poi delle pulizie a Casa Madonna Pellegrina, dopo pranzi o cene.
Un numero sempre maggiore di volontari italiani si sta avvicinando alla Casa per dare il proprio contributo: fra questi costante è la presenza degli scout. Le attività di animazione che hanno organizzato sono state un'esperienza di vicinanza tra i giovani scout e i richiedenti asilo, tanto che sono nate delle amicizie che durano nel tempo. Per questo motivo la Casa si sta organizzando per ospitare sempre di più giovani per condividere la quotidianità con gli ospiti stranieri e con la possibilità di risiedere per un periodo a Casa Madonna Pellegrina.

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Il Gazzettino