ROMA - Raccontano che ai piani alti di viale dell'Astronomia l'altro pomeriggio fossero incollati ai video per seguire in diretta streaming l'intervento del premier alla...
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Il ministro del Welfare, Giuliano Poletti, recentemente aveva assicurato: «Non accetteremo soluzioni pasticciate». Il dubbio ora sembra lecito. «È un film già visto. Tra un passaggio parlamentare e l'altro, tra emendamenti appositamente vaghi e decreti attuativi imprecisi, alla fine si rischia che anche il reintegro per i licenziamenti economici in qualche modo rientrerà dalle finestre dei tribunali. E l'incertezza continuerà a regnare sovrana» osserva una fonte. Basterà l'annunciata migliore «definizione dei confini» fatta sia da Renzi che da Poletti dei casi di reintegro (per discriminazione e per motivi disciplinari) a dare questa maggiore certezza? Mettere a punto una casistica esaustiva è difficile, resta sempre il rischio che qualcosa rimanga fuori. E sarà sempre preferibile il contratto a tempo determinato. Nessuna valutazione ufficiale, però. Prima di esprimere un giudizio Confindustria vuole capire dove effettivamente si andrà a parare. E per questo servono i testi: dell'eventuale nuovo emendamento governativo ma anche dei decreti attuativi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino