Coccau come il Brennero l'Austria rispedirà in Italia i migranti non regolari

Coccau come il Brennero l'Austria rispedirà in Italia i migranti non regolari
(Segue dalla prima pagina) I più si chiedono a cosa possa servire un'operazione del genere, visto che dall'inizio dell'anno...

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I più si chiedono a cosa possa servire un'operazione del genere, visto che dall'inizio dell'anno sono poche decine gli stranieri passati dalla Val Canale alla Carinzia, mentre in senso inverso si è superata in queste ore la soglia dei tremila arrivi. La spiegazione è che il fenomeno va collegato al nuovo vento populista dettato dal largo consenso elettorale conseguito dal Fpö di Norbert Hofer, che peraltro proprio in Carinzia ha raggiunto il 60% dei suffragi alle elezioni presidenziali federali.
Il ministero dell'Interno di Vienna intende dar vita a un centro senza alloggi dove poter identificare fino a 100 migranti al giorno accogliendone le richieste di asilo politico. E siccome l'Austria prevede che la stragrande maggioranza dei migranti siano di provenienza africana via Mediterraneo-Italia, con scarsi casi d'identificazione già avvenuta sul suolo italiano, ecco che la Polizia federale procederà alla prima identificazione, circostanza che le consente di rimandare gli stranieri in Italia. Il tutto - si badi bene - nella scrupolosa osservanza delle regole europee.
IL CENTRO ITALIANO - Una volta in Italia, ecco che i migranti troveranno il centro di accoglienza al vecchio autoporto di Coccau, ossia a un centinaio di metri dalla medesima linea confinaria: qui avranno vitto e alloggio provvisori, in attesa di essere sistemati in una molteplicità di altre località nazionali. Tutte queste notizie non arrivano da note ufficiali ma dalla prima linea del'emergenza, quella vissuta dai nostri agenti della Polizia di frontiera che a Tarvisio ricevono ogni giorno 20-30 "visite" di nuovi arrivati, come testimonia il segretario locale del sindacato Siulp Luca Onofrio, che spiega: «Qui l'Austria intende attuare la medesima operazione del Brennero, in modo da respingere in tempo reale i migranti che avranno risalito l'Italia».
COME USCIRNE - Il rimedio, l'unico nella visione del sindacato di Polizia, sarebbe «identificare tutti i migranti in Italia, poiché in tal caso «l'Austria sarebbe il secondo Paese in cui viene avanzata la richiesta d'asilo e quindi non potrebbe più procedere ai respingimenti». In ogni caso sia il Siulp che il Sap, Sindacato autonomo di Polizia, rinnovano la richiesta di non realizzare all'autoporto di Coccau un centro di secondo livello bensì un vero e proprio hotspot, dove «operano insieme Polizia di frontiera, Ufficio immigrazione e Polizia scientifica», come dire che «è possibile espletare tutte le pratiche in un solo posto e in giornata», cioè «senza una seconda tornata di pratiche da affrontare in Questura a Udine per formalizzare le richieste di asilo, tagliando del 50% le spese». E poi il Siulp sottolinea che «con l'hotspot avremmo spazi migliori della esigua stanza dove oggi come oggi stazionano i migranti nella nostra sede tarvisiana, con evidenti disagi ma anche rischi sia per gli agenti che per gli stranieri».

DOPPIA COMMISSIONE - Un'altra richiesta del sindacato di Polizia, partendo dalla premessa che «l'emergenza è destinata a diventare strutturale», è che lo Stato preveda a Udine «una seconda commissione per valutare le richieste d'asilo dopo quella già operante a Gorizia», visto che «il Friuli è con il Sud d'Italia l'area più colpita dall'immigrazione irregolare».
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Il Gazzettino