Cinemazero compie 40 anni Da Pasolini al futuro digitale

Cinemazero compie 40 anni Da Pasolini al futuro digitale
L'ANNIVERSARIOIn principio ci fu un ciclostilato (allora si usava così) con il quale un gruppo di giovani pordenonesi annunciava la nascita di Cinemazero, perché si parte da...

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L'ANNIVERSARIO
In principio ci fu un ciclostilato (allora si usava così) con il quale un gruppo di giovani pordenonesi annunciava la nascita di Cinemazero, perché si parte da zero, in una città che non aveva strutture culturali. Erano i ragazzi di Cinemazero (Piero Colussi, Andrea Crozzoli e alcuni altri) che si erano messi in testa di portare a Pordenone i film che non si potevano vedere in una città che all'epoca poteva contare su ben quattro sale in centro. E per farlo utilizzarono una sala periferica dove tutto, dal pavimento ai sedili era in legno, dove spesso faceva freddo, l'audio era precario e il proiettore pure. Ma da lì Cinemazero partì, non solo con regolari proiezioni, ma anche con cicli e retrospettive su vari registi. La più importante e la prima completa fu quella sul conterraneo Pier Paolo Pasolini, al quale nel tempo Cinemazero ha poi dedicato mostre e altre iniziative. Tanto importante quella retrospettiva che se ne accorse e ne parlò anche la stampa nazionale.

REALTÁ VIVA
Una storia in continua evoluzione, quindi, che Piero Colussi così sintetizza: «L'incredibile è che dopo 40 anni Cinemazero non solo esista, ma rappresenti una colonna portante della cultura a Pordenone. Ciò è stato possibile perché sin dall'inizio il club ha potuto contare su una base associativa molto vasta, un pubblico partecipe delle tante iniziative e spesso stimolatore di idee». Cinemazero non è stato e non è solo il gestore di quel servizio pubblico che è il fare cinema: è anche il papà di gioielli come le Giornate del Cinema Muto (il festival nato in sinergia con la Cineteca del Friuli di Gemona), della Mediateca, de Le Voci dell'Inchiesta, della Zerorchestra, di un importante archivio cinematografico e fotografico, di iniziative didattiche. Oggi è un'impresa culturale con 17 dipendenti, che ha saputo rinnovarsi, che dialoga con le istituzioni, che fa parte di quel sistema cinema del Friuli Venezia Giulia che è uno dei principali e meglio funzionanti in Italia, sostenuto da un'apposita legge regionale. Un amarcord che tiene conto delle difficoltà delle sale cinematografiche come sottolinea Riccardo Costantini, una delle forze nuove di Cinemazero. «L'arrivo del digitale ha cambiato il cinema e noi operatori culturali che svolgiamo un servizio pubblico dobbiamo chiederci quale sarà il futuro».
AMARCORD E FUTURO

Se Gian Luca Farinelli (Cinema Ritrovato) osa riaprendo una sala monoschermo in pieno centro a Bologna perché il cinema di qualità appassionerà sempre, per Andrea Occhipinti (Presidente distributori Anica) esisterà ancora la sala, forte elemento di socialità, anche se lo spettatore dialogherà con la fruizione on line e l'audiovisivo sarà sempre più pervasivo e integrato fra i vari media. Sonia Ragone (Europa Cinemas) ritiene necessario investire sull'educazione all'audiovisivo, mentre per Costantini occorre che le sale siano pronte ad accogliere varietà di prodotto, film realizzati e distribuiti con percorsi diversi dagli attuali: un tema affrontato anche al recente festival Le Voci dell'Inchiesta.
Nico Nanni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino