CINEMA Non è una novità, ma nello scandaglio delle possibilità

CINEMA Non è una novità, ma nello scandaglio delle possibilità
CINEMANon è una novità, ma nello scandaglio delle possibilità tecnologiche per girare un film, resta sempre un aspetto che incuriosisce. Alla Berlinale irrompre fuori concorso...

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CINEMA
Non è una novità, ma nello scandaglio delle possibilità tecnologiche per girare un film, resta sempre un aspetto che incuriosisce. Alla Berlinale irrompre fuori concorso Unsane, girato pare interamente con un iPhone: è un thriller ad alta temperatura e adrenalina potente firmato da Steven Soderbergh, oggi uno dei registi indispensabili nell'universo cinematografico per capire il mondo attuale. Non è una novità, perché ci sono già passati colleghi altrettanto illustri, da Park Chan-wook (che lo prensentò al Far East 2011, era Night fishing) a Michael Gondry, mentre anche il linguaggio stesso dell'immagine attraverso cellulari e simili viene esplorato sullo schermo da tempo, l'ultima volta da Michael Haneke nel recente Happy end.

Unsane è la storia di una giovane in donna (Claire Foy) in fuga da uno stalker, ma che disgraziatamente riesce sempre a intromettersi nella sua vita. Il film, che almeno inizialmente accarezza il dubbio dell'ambiguità, è una lettura sociale della paura, in chiave femminile, ed è stato accolto da un lungo e meritato applauso. Steven Soderbergh, del quale a breve in Italia uscirà il suo penultimo lavoro Logan lucky, ha saputo comunque raccontare una delle paure (non solo femminili) dell'oggi con uno sguardo secco e accattivante.
In Concorso è passato anche il potente Mein bruder heißt Robert und ist ein idiot del tedesco Philip Gröning, dal passato illustre con film radicali come Il grande silenzio tra le mura silenziose di un monastero benedettino in Francia e La moglie del poliziotto (Gran Premio a Venezia 2013), un horror familiare destrutturato. Qui racconta la storia di due gemelli (maschio e femmina) dalla forte attrazione sessuale, che passano le giornate davanti a un distributore di benzina, parlando di filosofia. Visivamente grandioso, dalla durata espansa di 3 ore, diventa una specie di coming of age, dove la crescita dei due ragazzi, comporta passaggi traumatici. Divisivo nei giudizi, spesso estremi, conferma la buona stagione cinematografica tedesca alla Berlinale e si candida per premi importanti.

Adriano De Grandis
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino