Cimolais, Claut, Erto e Casso i comuni più colpiti: mostra per non dimenticare

Cimolais, Claut, Erto e Casso i comuni più colpiti: mostra per non dimenticare
I COSTI PORDENONE Terminata la fase dell'emergenza e in attesa che...

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I COSTI

PORDENONE Terminata la fase dell'emergenza e in attesa che abbiano inizio i lavori di ripristino e consolidamento delle varie infrastrutture devastate dal maltempo - in totale, per la regia della Regione, sono in ballo, da sbloccare entro il 2019, ben 323 progetti in tutto il Friuli Venezia Giulia per un totale di quasi 110 milioni di euro -, per lasciare un segnale importante di ciò che è accaduto, ed anche per lanciare un monito a ciò che potrà accadere in futuro, se non si porrà rimedio a quelli che paiono inesorabili cambiamenti climatici globali, nel nuovo Spazio espositivo di Casso (gestito dal network Dolomiti Contemporanee) è ospitata la bipersonale Fibra flessa (schianta l'uomo non il bosco), una mostra di Giorgio Barrera e Filippo Romano dedicata al fenomeno meteo estremo dello scorso anno. Di Tempesta Vaia si sa molto, oppure poco in realtà? La foresta è perduta? - si domanda il curatore dell'evento, Gianluca D'Incà Levis -. Solo nella prospettiva degli uomini, una prospettiva di breve periodo, ben diversa da quella della natura. Questa mostra bipersonale costituisce il secondo di una serie di apparati critici sviluppati nel Cantieredivaia (il primo è la collettiva To be Here and There, al Forte di Monte Ricco, Pieve di Cadore, fino al 22 settembre, ndr). Cantieredivaia è il percorso di ricerca che Dolomiti Contemporanee ha intrapreso a fine ottobre dello scorso anno, insieme a numerosissimi partner scientifici, culturali, creativi, produttivi, all'indomani dell'evento calamitoso. Vaia costituisce al tempo stesso una ferita, un vasto, problematico, campo di lavoro, e un'opportunità per il territorio. Il bosco è già in fase di rinnovazione - ricorda il curatore -. La riorganizzazione degli uomini è cosa più complessa. Barrera e Romano hanno compiuto una ricognizione dei luoghi colpiti, nelle Dolomiti bellunesi e friulane. Attraverso la fotografia e il video, ci restituiscono ora un'immagine del paesaggio mutato e degli abitatori delle aree colpite. La mostra rimarrà aperta fino al 29 settembre, si realizza nell'ambito dei Dolomiti Days, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con Fondazione Dolomiti Unesco, Uti delle Valli e Dolomiti Friulane e Comune di Erto e Casso. Per la realizzazione del materiale che ha portato alla scelta della drammatica documentazione da proporre ai visitatori c'è stato il fondamentale aiuto di Comune di Sappada (epicentro di Vaia), Pro Loco Sappada, Filiera Legno FVG, AiboFVG, Progettoborca, Fondazione Francesco Fabbri e alcuni partner privati che hanno creduto in questa iniziativa che mette sotto i riflettori quanto accaduto. Una devastazione di portata straordinaria: tra fondi dello Stato e della Regione, sono stati stanziati 400 milioni di euro, che saranno impiegati nei prossimi anni per la bonifica e la messa in sicurezza di decine di aree montane. In provincia di Pordenone i comuni più colpiti sono stati quelli di Claut, Cimolais ed Erto e Casso.

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Il Gazzettino