CHIESA E SOCIETÀ ROVIGO Non sono mancati gli spunti e le idee, per rilanciare

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CHIESA E SOCIETÀROVIGO Non sono mancati gli spunti e le idee, per rilanciare il Polesine, in occasione del 15. incontro tra Chiesa e società civile svoltosi ieri mattina al...

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CHIESA E SOCIETÀ
ROVIGO Non sono mancati gli spunti e le idee, per rilanciare il Polesine, in occasione del 15. incontro tra Chiesa e società civile svoltosi ieri mattina al teatro Don Bosco. «Una una tradizione consolidata che intende offrire un momento di riflessione su tematiche di carattere sociale e politico - ha esordito il vescovo Pierantonio Pavanello (nella foto sotto con Damiana Stocco) - In passato veniva maggiormente evidenziato l'incontro tra il vescovo da una parte e politici-amministratori dall'altra: in questi ultimi tre anni mi è sembrato più importante sottolineare l'incontro della Chiesa diocesana con la società civile, allargando l'invito a tutti coloro che desiderano partecipare attivamente alla vita sociale e politica del territorio. E' molto forte l'insoddisfazione per una politica che non è riuscita a farsi carico delle preoccupazioni e dei problemi della vita quotidiana. Sta emergendo l'esigenza di ritornare a una partecipazione del popolo, alle scelte che riguardano la vita del Paese. La definirei politica popolare, capace cioè di dare risposta ai bisogni e alle aspirazioni della gente, superando la tentazione di servirsi delle paure e delle frustrazioni, per finalità di potere e interesse».

ASSENZA DI RIFERIMENTI
Leadership e partecipazione in Polesine: questo il titolo del convegno. «La nostra democrazia sta vivendo una transizione che sembra non avere sbocchi - ha ammonito il vescovo - I partiti, che in passato erano i canali attraverso i quali maturavano forme di rappresentanza, non sembrano più in grado di selezionare leader che siano rappresentativi e competenti nella gestione dei problemi. Così si fa strada l'appello a un uomo forte, che risolva i problemi, ma solo rimettendo in funzione un circolo virtuoso tra leadership e partecipazione, diverrà possibile una democrazia autentica, che realizzi il potere del popolo, attraverso uomini onesti e capaci».
TERRITORIO FRAGILE
Monsignor Pavanello ha evidenziato come il Polesine sia un territorio fragile, che soffre per una scarsa rappresentanza politica sia a livello regionale che nazionale. Gianpaolo Romanato, presidente del comitato scientifico della Casa-museo Giacomo Matteotti di Fratta Polesine, ha illustrato la storia di tre grandi uomini polesani: Giacomo Sichirollo, Giacomo Matteotti e Umberto Merlin. «Fu la Democrazia Cristiana, erede del Partito Popolare di Sichirollo e Merlin, a frenare l'emorragia di polesani emigrati all'estero», ha osservato. Quindi la giornalista Micol Andreasi ha presentato un video di quindici minuti, dove una decina di persone hanno provato a spiegare, il concetto di leadership istituzionale.
LA LEADERSHIP IN UN VIDEO

Il video è stato realizzato da Ida Cattozzo, Leonardo Vallese, Federico Oliva, Marco Samiolo. «Dal dopoguerra a oggi abbiamo avuto soltanto due ministri - ha proseguito Giorgio Osti, docente all'Università di Trieste - La crisi in atto a Rovigo è anche dovuta alla perdita o alla fusione di importanti enti, quali la Camera di Commercio. Eccelliamo in sicurezza e giustizia, andiamo male in ambiente e salute. Oltre al fatto che c'è tanta sfiducia nel fare figli e abbiamo perso anche gli stranieri, che sono quelli più prolifici. La vera leadership si gioca in quello che Weber chiamava carisma d'ufficio, ossia quando un'intera istituzione mostra capacità di captare risorse, programmare, decidere». Edoardo Gaffeo, dell'Università di Trento, ha concluso rimarcando come ogni anno in Polesine ci siano mille persone in più morte, rispetto a quelle nate: «La situazione è insostenibile a medio termine - ha precisato - Il rapporto tra over 65 e under 14 è di 228,2, ossia 2,28 anziani per bambino, contro la media regionale di 167. L'unica nostra salvezza è la creazione di un'agenzia dello sviluppo, che coordini l'area vasta. Rispetto alle previsioni di 15 anni fa, abbiamo già perso il 20% delle occasioni che avevamo».
Marco Scarazzatti
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Il Gazzettino