Cecotti suona la carica: «Serve una nuova ricostruzione»

Cecotti suona la carica: «Serve una nuova ricostruzione»
L'ARRINGAUDINE «Questa regione deve tornare a esse orgogliosa. Sappiamo che sarà difficile ma, ne siamo convinti, ce la possiamo fare». Sergio Cecotti, già presidente della...

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L'ARRINGA
UDINE «Questa regione deve tornare a esse orgogliosa. Sappiamo che sarà difficile ma, ne siamo convinti, ce la possiamo fare». Sergio Cecotti, già presidente della Regione e sindaco di Udine e da un decennio tornato all'insegnamento alla Sissa, non abbandonando l'attenzione per la gestione della cosa pubblica, ha di fatto parlato da candidato l'altra sera nella gremitissima sala dell'auditorium di Precenicco, dove si è affrontata la questione: «Sistema sanità Fvg: lo scenario attuale e le strade percorribili».

I MANOVALI
Un appuntamento organizzato dal Patto per l'Autonomia, il movimento di amministratori locali che hanno proprio in Cecotti un punto di riferimento, i Manovali di Jalmicco e Patrie Furlane. Tre firme che, con la serata di Precenicco, hanno sancito l'avvio di un'azione aggregativa tra quanti credono nelle possibilità di rinnovamento della Regione grazie a una forza territoriale svincolata dai partiti nazionali. Hanno deciso di cominciare a scuotere il dibattito in vista delle elezioni regionali 2018 a partire così da un tema assai sentito dalla gente, la gestione della sanità, un sistema profondamente riformato dalla Giunta Serracchiani. «Siamo passati dal 2. Al 20. posto in Italia distruggendo il nostro duolo di eccellenza nel sistema nazionale», ha attaccato Cecotti facendo riferimento ai dati del rapporto Crea, il Consorzio senza fini di lucro costituito dall'Università Tor Vergata di Roma e Fedeazione nazionale di medici di medicina generale.
Ma «il tracollo», nella sua visione, è testimoniato anche da altri elementi: «La protezione civile, fino a pochi anni fa un'eccellenza assoluta, ha mostrato per la prima volta delle difficoltà», ha elencato. Gli investimenti pubblici «si sono ridotti del 53%». La teoria è che «abbiamo vissuto un periodo di tracollo e il dato più drammatico di tutti ha proseguito l'ex presidente della Regione è che c'è una grossa fetta del ceto politico che si rifiuta di aprire gli occhi su questa catastrofica situazione».
L'ALTRO AFFONDO

A confermare una lettura con poche luci in ambito sanitario, c'erano gli ex assessori alla Sanità Giorgio Mattassi (allora centrosinistra) e Gianpietro Fasola (allora Lega) entrami autori di importanti atti di riforma, Roberto Petri, direttore del Dipartimento di Chirurgia generale dell'ospedale di Udine, Stefano Medurie, direttore della struttura complessa di Radiologia dell'ospedale di Palmanova-Latisana e Massimo Moretuzzo, sindaco di Mereto di Tomba e portavoce del Patto. «Nei prossimi anni meglio non ammalarsi», ha raccomandato con amara ironia Fasola, perché «non sono sicuro che ce la faremo a recuperare il danno fatto negli ultimi dieci anni e tempo che le persone che dovranno gestire la situazione, che prima o poi verrà a galla, e la gente inferocita non ce la faranno». Critico anche Mattassi per il quale «gli obiettivi dichiarati dalla riforma sono molto lontani dalla realtà. Quando il cittadino di Mortegliano deve fare riferimento all'ospedale di Tolmezzo, c'è qualcosa che non va». Conclusione? «La politica è l'arte di governare la realtà, non i sogni o gli spot», ha detto Cecotti, sparando sul massimo partito della maggioranza uscente: «Non vedo nel Pd questo atteggiamento, anzi».
A.L.
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Il Gazzettino