Casi di infezione da Kpc: lotta dell'Usl ai super-batteri

Casi di infezione da Kpc: lotta dell'Usl ai super-batteri
IL PROBLEMATREVISO Nuovi casi di infezione da Kpc nella Marca. Si tratta di un gruppo di super-batteri in grado di resistere agli antibiotici. Dopo aver spento la prima epidemia...

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IL PROBLEMA
TREVISO Nuovi casi di infezione da Kpc nella Marca. Si tratta di un gruppo di super-batteri in grado di resistere agli antibiotici. Dopo aver spento la prima epidemia in Italia di New Delhi, il super-batterio che oggi sta spaventando la Toscana, adesso l'Usl trevigiana sta combattendo contro i contagi da Kpc emersi in alcuni pazienti che si sono rivolti agli ospedali lamentando soprattutto infezioni ai polmoni, alle vie respiratorie superiori e alle vie urinarie. «Registriamo nuovi casi di Kpc conferma Roberto Rigoli, direttore della Microbiologia del Ca' Foncello, uno dei centri più attivi del Veneto è un problema contro il quale devono combattere tutti gli ospedali». Le Klebsielle sono diventate multi-resistenti a causa di variazioni del proprio patrimonio genetico dovute anche all'abuso di antibiotici su larga scala, che ha l'effetto di andare a selezionare quelli più forti. Gli ultimi dati disponibili dicono che il 25% della popolazione del distretto di Treviso prende antibiotici almeno una volta all'anno, in troppe occasioni senza seguire le indicazioni del medico. L'abuso di antibiotici ha ricadute su tutti i cittadini, non solo sulle persone in cura, perché incrementa le resistenze dei batteri in circolazione mettendo in pericolo soprattutto le persone più fragili, come i bambini, gli anziani, i pazienti immunodepressi e quelli oncologici.

LA CURA
Per cercare di fermare questi super-batteri bisogna seguire terapie che combinano più antibiotici e isolare le persone contagiate fino all'azzeramento della carica infettiva. Non c'è altra strada. Ma davanti al rallentamento dello sviluppo degli stessi antibiotici, i margini sono sempre più stretti. L'aggressività delle Klebsielle per fortuna fino ad ora si è rivelata relativamente bassa per quanto riguarda i contagi emersi nella Marca. Il rischio, però, è che negli ospedali ci si ritrovi a combattere sempre più spesso contro dei super-batteri con armi spuntate.
UNITA' DI MICROBIOLOGIA

L'unità di Microbiologia del Ca' Foncello guidata da Rigoli, tra l'altro vicepresidente dell'associazione microbiologi clinici italiani, su questo fronte è in prima linea ormai da tempo. L'ospedale di Treviso ha già vinto contro un super-batterio ancora più subdolo: l'anno scorso è riuscito a spegnere la prima estesa epidemia di New Delhi esplosa in Italia, che nella Marca era arrivata a contagiare 35 persone. In queste settimane sta agitando la Toscana, dove tra lo scorso novembre e la fine di agosto di quest'anno i super-batteri sono stati isolati nel sangue di 75 pazienti. «L'anno scorso abbiamo gestito la prima epidemia di New Delhi in Italia. Adesso, invece, siamo chiamati a misurarci in particolare con il Kpc conclude Rigoli contro la diffusione del New Delhi siamo intervenuti in modo tempestivo conducendo le indagini a livello microbiologico e isolando i pazienti positivi, in modo da ridurre il rischio di contagi. La Regione ha avviato una grande attività di controllo su questo fronte. Non abbassiamo la guardia». (m.f.)
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Il Gazzettino