Carlo NordioL'ultima strage di migranti, consumatasi al largo della Libia, ha scatenato, com'era prevedibile , una serie di accuse: alla guardia costiera libica che non è...
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L'ultima strage di migranti, consumatasi al largo della Libia, ha scatenato, com'era prevedibile , una serie di accuse: alla guardia costiera libica che non è intervenuta; al governo italiano che avrebbe stipulato con Haftar un accordo oneroso quanto fittizio; e naturalmente al nostro Ministro degli Interni che, secondo l'ineffabile sindaco Orlando dovrebbe addirittura finire imputato in una nuova Norimberga. Dall'altra parte si è replicato che la colpa è dell'Europa, come al solito assente, e ovviamente dei trafficanti, che lucrano sull'emigrazione. Al netto del dolore che suscitano simili disgrazie, e del raccapriccio per il cinismo di chi ne fa strumento di lotta politica, emergono tuttavia alcuni elementi nuovi, che a loro volta suscitano un dubbio allarmante.
Le novità. Primo. Il massiccio esodo di oltre cento sventurati a bordo di uno sgangherato gommone, destinato a rovesciarsi entro poche miglia dalla partenza, è avvenuto, per così dire, fuori stagione. In un periodo in cui - per evidenti motivi atmosferici - questi viaggi rallentavano fino a interrompersi, ora assistiamo a una massiccia ripresa, tanto imprevista quanto criminale: tenuto conto di tutto, quei poveretti erano quasi certamente condannati ad affogare. Il fatto che a bordo ci fossero alcune donne e due bambini, consueto strumento di ricatto morale dei trafficanti, rende questa strage annunciata ancora più odiosa.
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Il Gazzettino