Camera di commercio Imposta l'unione udinese

Camera di commercio Imposta l'unione udinese
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La strategia che due mesi fa era considerata come l'ultima spiaggia rispetto all'ormai lunga vicenda della Camera di commercio sembra destinata a diventare la prima: l'ente guidato da Giovanni Pavan è pronto a intraprendere la strada del ricorso contro il provvedimento del governo che escluderebbe l'ente unico regionale prevedendo invece due enti, Trieste-Gorizia e Udine-Pordenone. Il decreto del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda - alle battute finali, ma già di fatto chiuso - recepirebbe infatti il piano presentato oltre un mese e mezzo fa da UnionCamere nazionale che per il Friuli Venezia Giulia stabiliva l'assetto attraverso il duopolio della Cciaa regionali. E quindi l'aggregazione forzata di Pordenone a Udine. Che, più volte, la stessa giunta camerale, le categorie produttive della provincia e tutti i sindaci del territorio (a fine maggio era stato sottoscritto un documento che chiedeva la costituzione di una unica Camera regionale) hanno più volte definito come una sorta di annessione udinese.

Ormai pare che gli spazi per la trattativa si siano ridotti al minimo. La bozza di decreto che porta la firma del ministro Calenda non lascerebbe via di uscita a Pordenone: l'ipotesi di una Camera unica finirebbe definitivamente nel cassetto per aprire la strada all'unificazione con l'ente udinese. Manca però ancora un passaggio: per domani è prevista la Conferenza Stato-Regione nella quale il governo presenterà la proposta elaborata alle Regioni che dovranno esprimere un parere. È verosimile che la presidente Debora Serracchiani ribadisca ciò che formalmente aveva espresso circa un mese e mezzo fa in una lettera inviata sia a UnionCamere che al ministro: la Regione è per una Camera unica. Soluzione sulla quale si è sempre detto d'accordo anche il vicepresidente pordenonese Sergio Bolzonello. «Di fronte al decreto faremo valere il nostro parere, ma è pur sempre solo un parere», sottolinea Bolzonello. Che ieri si è favorevolmente espresso rispetto alla unica Confindustria regionale.
Se sul fronte delle Camere dovesse finire con l'aggregazione obbligatoria significherebbe che a vincere la battaglia saranno Trieste e Udine. Pordenone dovrebbe soltanto leccarsi le ferite per la sconfitta. Salvo tirare fuori l'ultima carta da giocare: quella delle carte bollate. La strategia era già stata illustrata a fine maggio dall'avvocato Bruno Malattia che ha già pronto - studiato con costituzionalisti di prim'ordine come Giovanni Maria Flick e Francesco Saverio Bertolini - un doppio ricorso: al Tar contro l'eventuale aggregazione forzata da parte di Udine, e alla Corte costituzionale perché si verrebbe a ledere una prerogativa della Regione che è quella di decidere nelle materie economiche delle Camere di commercio.

Dal momento in cui il decreto ministeriale sarà formalizzato la Camera avrà sessanta giorni di tempo per inoltrare il ricorso. Nel frattempo potrebbe però mettersi in moto il processo di unificazione delle due Camere sulle sponde opposte del Tagliamento.
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Il Gazzettino