«C'È LA SCUOLA TECNICA DIETRO I PODI FRIULANI»

«C'È LA SCUOLA TECNICA DIETRO I PODI FRIULANI»
IL BILANCIOPORDENONE È un Giorgio Brandolin decisamente soddisfatto quello che si appresta al bilancio dell'avventura olimpica per gli atleti del Friuli Venezia Giulia. «Abbiamo...

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IL BILANCIO
PORDENONE È un Giorgio Brandolin decisamente soddisfatto quello che si appresta al bilancio dell'avventura olimpica per gli atleti del Friuli Venezia Giulia. «Abbiamo mandato a Tokyo incalza il presidente del Coni regionale friulano 17 atleti su un totale di 384 dell'intera spedizione italiana, tre volte tanto quanto è la media nazionale in rapporto agli abitanti. Questi risultati non sono estemporanei, ma testimoniano la continuità del lavoro che qui viene svolto. Di questi diciassette atleti, tre hanno portato a casa una medaglia: Mirko Zanni bronzo nel sollevamento pesi, Mara Navarria lo stesso metallo nella spada a squadre e Jonathan Milan un grande oro nell'inseguimento a squadre. Ma pochi ricordano che ci sono anche gli allenatori. In questo caso sugli scudi ci sono stati due goriziani: Paolo Camossi, allenatore del fenomeno Marcell Jacobs ha contribuito a portare a casa due medaglie d'oro e Bisiani, già bronzo ad Atlanta ed argento a Sidney da atleta, era il ct della squadra di tiro con l'arco che ha portato al medagliere un bronzo ed un argento».

MOVIMENTO
Brandolin sottolinea l'importanza per il movimento sportivo di saper costruire un know how tecnico di livello internazionale: «La nostra è una scuola tecnica importante. Prova ne sia che abbiamo mandato in Giappone dieci allenatori. Non dimentico gli arbitri. L'udinese Daniele Rapisarda ha ben diretto la finale per il bronzo del volley femminile».
Ma al di là delle analisi tecniche, sono state le emozioni ancora una volta a prevalere. «Mi rimarranno sempre impresse le sensazioni provate mentre tre nostri campioni conquistavano la medaglia. Però non c'è stato solo Friuli. Mi ha emozionato particolarmente la staffetta 4x100. Perché? Ma perché è stato l'ennesimo sgarbo azzurro nei confronti degli inglesi in questa estate sportiva».
Ma cosa c'è dietro queste tre medaglie friulane che migliorano Rio e Londra, eguagliando per numero Pechino 2008? Brandolin indica storia e la cultura sportiva. «Le faccio un esempio: stiamo per dare alle stampe un libro sulle società centenarie. Sono circa 60. Oltre alla storia sportiva, i documenti e le foto di queste associazioni si scopre uno spaccato di come la storia sociale, politica e culturale di questa regione sia passata attraverso l'attività di queste società. Penso, ad esempio, alla Ginnastica Triestina o a quella Goriziana che erano il centro degli Irredentisti. Ma penso anche a squadre di calcio che nel dopoguerra giocavano contemporaneamente nel campionato italiano e in quello Jugoslavo. Questo dimostra come il mondo dello sport sia sempre stato ben integrato nel contesto culturale dell'epoca».

C'è poi il legame virtuoso tra le istituzioni e il territorio. «La classe politica regionale si è sempre dimostrata attenta al mondo dello sport - dice il presidente del Coni friulano -. Abbiamo una legge quadro regionale che aiuta il talento sportivo. Da questa legge sono usciti finanziamenti per gran parte di coloro che sono poi andati alle Olimpiadi. Sono stati messi tanti soldi nell'impiantistica sportiva, rifinanziando tra le altre cose le piste di atletica. Non c'è paese, piccolo o grande, del Friuli Venezia Giulia che non abbia una palestra».
Mauro Rossato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino