BUJA Il tentativo di bloccare i camion sedendosi sull'asfalto, nel mezzo della strada.

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BUJA Il tentativo di bloccare i camion sedendosi sull'asfalto, nel mezzo della strada. Persone in lacrime, accuse, scontri verbali. Una mattinata e una giornata di tensioni quella vissuta ieri fuori dai cancelli della Dm Elektron di Buja, con una trentina di lavoratori che hanno continuato per il terzo giorno la loro protesta contro lo smantellamento di alcune linee produttive. Sorpresa, amara sorpresa commenta Maurizio Franz, uno di coloro i quali sta partecipando al presidio - perché ci aspettavamo un imprenditore che potesse fare i suoi interessi ma non in questi termini; pensavamo di avere delle forze dell'ordine impegnate per l'ordine pubblico, non schierate a difendere un patrimonio privato; io pensavo che l'ordine pubblico si facesse in suolo pubblico, come mai erano schierati? Che cosa è stato segnalato per avere uno spiegamento di forze che non ho visto nemmeno in televisione? Molti i segnali che hanno messo in agitazione una parte dei 130 dipendenti complessivi dell'azienda: i macchinari di alcune linee di produzione sono stati smontati per essere trasferiti nella sede rumena di Rânov, inaugurata lo scorso settembre. Abbiamo segnalato questo situazione già da mesi, da settembre aggiungono altre maestranze attraverso le RSU avevamo osservato che le macchine stavano venendo imballate, poi si è iniziato a smantellare le postazioni di lavoro, successivamente gli stessi lavoratori sono stati messi in ferie, ferie forzate senza preavviso.

Oltre a questo, alcuni dipendenti hanno parlato di un ritardo nei versamenti al fondo pensionistico Cometa, con l'ultimo che risalirebbe a fine 2017 quando invece andrebbe versato ogni 3 mesi con tanto di esposizione in bacheca e ancora il mancato versamento delle quote sindacali dalle buste paga, ferme a marzo 2017.
I prelievi per i fondi pensione non risultano versati racconta ancora Maurizio Franz noi vogliamo lavorare con regole e il rispetto delle leggi; e poi vogliamo sapere come si possa dismettere macchinari acquistati tre anni fa con fondi regionali che prevedevano accordi ben precisi per la salvaguardia dei lavoratori e per la loro formazione.

A dar manforte agli stessi operai nel corso della mattinata si sono presentati anche il sindaco di Buja Stefano Bergagna, assieme ai colleghi del territorio, Paolo De Simon di Osoppo, Luca Ovan di Colloredo di Monte Albano, Pietro Valent di San Daniele del Friuli, Davis Goi per il comune di Gemona: Lancio un appello alla proprietà affinché i mezzi e i macchinari non vengano spostati dalla fabbrica sino a quando non ci sarà stato il confronto e l'auspicato accordo in regione dichiarava in mattinata Bergagna sarebbe un insulto e una mancanza di rispetto nei confronti della regione, del presidente, degli assessori Rosolen e Bini che si stanno impegnando nella vertenza; trattare a fatto compiuto non sarebbe corretto, bisogna aspettare le decisioni. Bergagna quindi si è rivolto ai lavoratori: Siamo qui per portare solidarietà agli operai, qualcuno li ha voluti dipingere come soggetti violenti ma non è così; è stata una operazione per richiamare le forze dell'ordine che fanno comunque il loro lavoro con grande rispetto; qui vedo gente pacifica, serie, lavoratori friulani che difendono il loro posto di lavoro, vanno rispettati come tutte le persone che sono qui e auspico serietà da parte di tutti ha concluso il primo cittadino.
David Zanirato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino