«Si apra un tavolo di crisi per il porto di Pila». Lo ha chiesto Federcoopesca-Confcooperative che si è rivolta direttamente al Governatore del Veneto, Luca Zaia perché sia...
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La navigabilità è stata ripristinata dopo l'ennesimo intervento tampone da parte di Sistemi territoriali costato 40 mila euro. «Apprezziamo le risorse stanziate per l'escavo urgente della bocca di Barbamarco, ma questo non basta - precisa la nota di Federcoopesca -. L'emergenza è sempre dietro l'angolo e con essa convive ormai ogni singolo equipaggio». L'associazione di categoria auspica scelte più lungimiranti: «Occorre pianificare azioni che possano garantire agli operatori di Pila di svolgere sempre e in sicurezza il loro lavoro. Ci sono buone soluzioni infrastrutturali che creano condizioni di maggiore stabilità, come quelle realizzate per la bocca a nord».
È risaputo come il porto di Pila sia il più importante per la pesca del pesce azzurro in Alto Adriatico.
«La sua messa in sicurezza - contitua Federcoopesca - è legata all'indotto economico locale: oltre 60 pescherecci che producono un importante fatturato, grazie al quale vive una comunità di oltre 350 persone».
La richiesta assume valore ancora maggiore se si pensa che a causa dell'ultima emergenza, tre coppie di volanti (due della coop Pilamare e una della Pila) sono state costrette ad attraccare per più di una settimana a Porto Garibaldi, data l'impossibilità di rientrare a Pila.
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Il Gazzettino