Bertin attacca: «Su parcheggi e tram, finiamola con le sorprese»

Bertin attacca: «Su parcheggi e tram, finiamola con le sorprese»
LA POLEMICAPADOVA Il mondo del commercio è sul piede di guerra. La politica della mobilità e della sosta promossa dal Comune trova unite le categorie nella bocciatura. Proprio...

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LA POLEMICA
PADOVA Il mondo del commercio è sul piede di guerra. La politica della mobilità e della sosta promossa dal Comune trova unite le categorie nella bocciatura. Proprio oggi alle 13 davanti al municipio Massimiliano Pellizzari, presidente dei commercianti del centro (Acc) raduna le truppe, comprese quelle del Comitato No rotaie a Voltabarozzo per una manifestazione contro la nuova viabilità di corso Milano con code in ingresso già dal cavalcavia di Chiesanuova a causa della nuova pista ciclabile. E inoltre per la realizzazione della nuova linea del tram da Chiesanuova a ponte di Brenta che passerebbe proprio per questa arteria. Non solo: l'Acc chiede l'ampliamento del parcheggio all'ex Caserma Prandina fino a mille posti auto. Quando il Comune oggi ne ha 250 che sono tutti occupati fin dalla mattina alle 10 da residenti e impiegati e dunque non svolgono la funzione di polmone per i negozi del centro.

L'ATTACCO
Ma è il presidente dell'Ascom, Patrizio Bertin a sferrare l'attacco più duro nei confronti di palazzo Moroni, accusandolo di dilettantismo su questi fronti. «Per favore, basta improvvisazioni e annunci spot. Questa città ha bisogno di programmazione e condivisione» attacca Bertin, prendendo le mosse dall'ultima polemica sul garage Europa. La rivoluzione prevista dal Comune prevede di passare da 280 a 120 posti auto in dotazione ad Aps, circostanza che metterebbe fuori combattimento i posti assegnati al centro medico Valentini o dell'hotel Europa oltre che di residenti e impiegati della zona.
«Programmazione e condivisione sono la base per far progredire le nostre comunità - osserva il presidente di Ascom Confcommercio - Purtroppo Padova sembra andare nel senso esattamente opposto: ogni giorno una nuova, senza che nessuno di quelli che hanno voce in capitolo sia messo nella condizione di offrire il proprio contributo. Risultato: una gran confusione frutto di scelte che invece meriterebbero di essere valutate prima».
LA FUGA IN AVANTI
«Nel breve volgere di qualche settimana chiarisce ci siamo visti piazzare il progetto del tram in via Vicenza e corso Milano senza che nessuno ne avesse contezza. Poi sono arrivate le piste ciclabili senza che si facesse una valutazione sulla viabilità di quell'area presa nel suo complesso. Risultato: un disastro. Nel frattempo, complice l'apertura provvisoria della ex Prandina dopo un tira e molla durato mesi e destinato a durare fino alle calende greche con l'avvento di Agenda 21, si è cominciato a parlare di chiusura alle auto di piazza Insurrezione che andrebbe ad aggiungersi a piazzale Boschetti. Adesso arriva il garage Europa».
Insomma una serie che sembrano come carte buttate sul tavolo da gioco. «Temo che si sia di fronte ad un deliberato tentativo di mettere le auto fuorilegge. Un progetto che non ci trova minimamente favorevoli e che, a mio giudizio, cozza violentemente con l'azione tesa a fare di Padova una capitale turistica. Mi dite chi viene a vedere l'Urbs Picta se deve parcheggiare a Selvazzano o a Roncaglia? Credo che ci sia il deliberato tentativo di ridurre all'osso i parcheggi con grave danno per le attività economiche e l'attività turistica».
«Padova è città commerciale e turistica. E come pensiamo di continuare ad essere l'una e l'altra se proseguiamo sulla strada della mancata concertazione con chi in città è il protagonista del commercio e del turismo?»
«Colgo in pieno la preoccupazione del collega titolare dell'hotel Europa. Perché non creare contro corrispettivo un'area parking sul lato delle Poste centrali ad uso dell'hotel? E corso Milano: perché mai due piste ciclabili e perché mai in quella sede la linea del tram?»

«A noi l'atteggiamento di Palazzo Moroni sembra un tantino disarmonico. Qualcuno rema in un senso, altri in un altro. Devono fare sintesi e devono imparare a confrontarsi con chi la città la fa vivere con il proprio lavoro».
Mauro Giacon
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Il Gazzettino