«Azzera la segreteria». Nel culmine di una direzione del Pd infuocata,

«Azzera la segreteria». Nel culmine di una direzione del Pd infuocata,
«Azzera la segreteria». Nel culmine di una direzione del Pd infuocata, la segretaria provinciale Lorena Andreetta è stata messa davanti a un bivio: o cambiare radicalmente la...

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«Azzera la segreteria». Nel culmine di una direzione del Pd infuocata, la segretaria provinciale Lorena Andreetta è stata messa davanti a un bivio: o cambiare radicalmente la sua squadra, o ritrovarsi per le mani una grossa fetta del partito in subbuglio, ingovernabile e pronta a farle una guerra a tutto campo oltre che a sfiduciarla.

Nelle sede di Castagnole è andata in scena la resa dei conti che tutti temevano ma che, al momento, non ha prodotto nulla: al culmine della tensione, la Andreetta ha chiuso la seduta rinviandola a venerdì. Ma ormai la rottura è totale.
E a confermare la situazione incandescente sono le parole di Leone Cimetta, responsabile esecutivo tematico. Un diktat chiarissimo il suo: «O azzeri la segreteria, pensando a una nuova squadra o io mi dimetto». E con lui sarebbero in tanti quelli pronti a lasciare i posti nei vari organismi, un vero ammutinamento. Alla Andreetta è stato chiesto di ripartire con nomi nuovi: un mix tra giovani e amministratori.
Ovviamente questo sarebbe un commissariamento mascherato, un'ipotesi che il segretario vuole evitare. La sua idea sarebbe invece di integrare la segreteria con altri due rappresenti della minoranza che, ovviamente, da questo orecchio non ci sente: vuole una squadra tutta nuova.
La discussione è stata durissima e anche gli amministratori hanno dimostrato molta freddezza dei confronti della segreteria. Giovanni Manildo, in rappresentanza dei sindaci, non ha usato giri di parole: «Se si fosse vinto, vi sareste presi il merito. Ma visto che si è perso, avete scaricato le colpe su altri» E questi "altri" sono i vertici regionali, accusati dalla Andretta di non aver appoggiato a sufficienza le istanze del territorio. Ma di accuse se ne sono sentite altre. Stefano Pelloni, segretario provinciale dei Giovani Democratici, ha letto il documento con cui mette la segreteria di fronte alle sue responsabilità: ha ricordato le sconfitte elettorali, la poca assistenza data ai circoli, la tendenza a parlare più di candidature che di problemi. Ha anche rinfacciato il caso Portubuffolè, dove l'assenza di una lista del Pd ha spalancato le porte del consiglio comunale a tre esponenti di Forza Nuova.

La segreteria si è trovata, di fatto, isolata. A sostenerla solo l'asse Rubinato-Puppato e qualche fedelissimo. E venerdì prossimo ci sarà l'atto finale: o l'azzeramento della squadra o un braccio di ferro che potrebbe arrivare alla sfiducia della segretaria. Sempre che, poi, la minoranza trovi tutti i numeri per sostenerla.
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Il Gazzettino