Aziende a caccia di informatici Ma i nativi digitali non si iscrivono

Aziende a caccia di informatici Ma i nativi digitali non si iscrivono
L'ANNIVERSARIOUDINE Come farsi un giro del mondo in pochi minuti? Ascoltando i video inviati dai laureati in Informatica all'Università di Udine che non hanno potuto essere...

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L'ANNIVERSARIO
UDINE Come farsi un giro del mondo in pochi minuti? Ascoltando i video inviati dai laureati in Informatica all'Università di Udine che non hanno potuto essere presenti sabato alla giornata del quarantennale perché al lavoro nella Sillicon Valley o in istituti di ricerca e formazione all'estero, ma anche perché impegnati a fare i direttore d'orchestra negli States o a studiare teologia e filosofia nel monastero domenica di Bologna. Una varietà d'esperienze tutte raccontate da volti giovani l'anno della laurea era compreso tra il 2011 e i 2014 che con immediatezza hanno veicolato due informazioni strategiche: la formazione acquista a UniUd consente di far strada in ogni contesto, anche in quelli internazionali più competitivi; l'informatica non è solo questione di algoritmi e automi, ma interpella creatività e capacità di porsi «perché» di fondo, «per sapere cosa devo sapere e cosa posso sperare», aprendola a un processo di «contaminazione» fra discipline, la sfida più nuova per questa scienza. Prospettive che però, quasi paradossalmente, stentano ancora a fare breccia tra i nativi digitali se oggi le matricole sono 250, esattamente la metà dei primi anni di vita della facoltà, quando erano 500 i giovani che si iscrivevano.

L'AZIENDA
«Se trovassimo laureati avremmo cinque posti disponibili già domani», ha affermato Fabio Bottega, il primo laureato in informatica a Udine e oggi a capo di un'azienda informatica in Friuli. «Quando faccio selezione del personale e cerco un informatico, devo spesso virare su lauree contigue perché non trovo la qualifica puntuale», ha rincarato Loredana Focardi, la prima donna laureata del corso, nel 1984, e oggi direttore operativo in Italia di un gruppo informatico in internazionale. Quanto agli stipendi, se quelli iniziali possono essere contenuti, nel prosieguo pagano le possibilità di carriera. «Nell'ultimo anno si sono laureati 100 studenti alla triennale e 27 alla specialistica», ha riassunto il coordinatore del corso Agostino Dovier, specificando che il 50% dei laureati triennali non prosegue perché subito assorbito dalle aziende. E si può lavorare per colossi mondiali anche standosene in Friuli, come ha raccontato un laureato udinese assunto da Amazon. In 40 anni il corso ha laureato 3mila giovani, ma ora l'auspicio è che le iscrizioni siano all'altezza della domanda del territorio. Per questo Dovier ha auspicato un'operazione congiunta di sensibilizzazione, insieme all'Università, per attrarre l'attenzione degli studenti delle superiori sul settore. Alla giornata cui sono intervenuti, tra gli altri, il rettore Roberto Pinton, il prorettore vicario Montanari, il direttore del Dipartimento Gian Luca Foresti e numerosi docenti e laureati, ha partecipato anche l'ex rettore e preside della facoltà Furio Honsell che ha raccomandato: «Udine 40 anni fa ha avuto Informatica perché altri non la consideravano una facoltà su cui scommettere. Oggi bisogna non fare lo stesso errore». Dalla platea degli informatici, non da ultimo, l'esortazione a inserire nel percorso di studi un esame di etica.

Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino