Aveva avvicinato una ragazza sul volo da Barcellona a Venezia, presentandosi come un giocatore del Barça. E le aveva proposto l'acquisto di due iPhone a prezzi promozionali. Ma...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La sentenza, pronunciata dal giudice del Tribunale di Udine Roberto Pecile il 12 maggio, è stata depositata in cancelleria con le relative motivazioni. Nel corso del dibattimento era stata la vittima, con le testimonianze rese anche dalla sorella e da altri testi, a ripercorrere le tappe della vicenda. La ragazza aveva raccontato di essere stata avvicinata sul volo di rientro in Italia da un uomo che sedeva nella stessa fila e che aveva cominciato a chiacchierare spiegando di essere un calciatore blaugrana, di rientro in Italia per assistere all'inaugurazione di un negozio di telefonia che i fratelli stavano per aprire a Milano.
Le avrebbe quindi proposto la consegna di alcuni iPhone che sarebbero stati venduti a prezzo vantaggioso in occasione dell'inaugurazione. Una volta scesi dall'aereo, prima di salutarsi, i due si erano anche scambiati i numeri di telefono. Dopo aver pensato inizialmente di accettare l'offerta per l'acquisto di due cellulari, la giovane friulana si era insospettita però per i messaggi sempre più pressanti e minacciosi con cui il ragazzo chiedeva di farsi inviare il denaro per gli iPhone che sosteneva di averle già spedito, ma di cui non avrebbe avuto neppure la disponibilità. «Mi fate chiudere il mio primo giorno», avrebbe scritto alla ragazza minacciando di rilasciare un'intervista e di rivelare a Udine l'accaduto, raccontandolo anche ai suoi amici calciatori.Per convincerla a spedirgli i 598 euro avrebbe minacciato anche di postare su Internet una foto della ragazza in intimo che l'aveva convinta a girargli su whatsapp durante un corteggiamento telefonico. Infine avrebbe persino chiamato una parente della ragazza fingendosi avvocato e dichiarando che era stata sporta denuncia nei suoi confronti.
Il Pm Claudia Danelon aveva chiesto una condanna a 5 anni e 3mila euro di multa, mentre l'avvocato d'ufficio Assunta Nappi ne aveva chiesto in prima battuta l'assoluzione o il minimo della pena.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino