ASOLO (m.f.) «Non potevo esserci. Ma comunque non ci sarei andato: la sottoscrizione

ASOLO (m.f.) «Non potevo esserci. Ma comunque non ci sarei andato: la sottoscrizione
ASOLO (m.f.) «Non potevo esserci. Ma comunque non ci sarei andato: la sottoscrizione di protocolli del genere serve a ben poco sotto il profilo dell'integrazione». Mauro...

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ASOLO (m.f.) «Non potevo esserci. Ma comunque non ci sarei andato: la sottoscrizione di protocolli del genere serve a ben poco sotto il profilo dell'integrazione». Mauro Migliorini, sindaco di Asolo, eletto a capo di una civica di centrosinistra, non si nasconde. Lui, che ha aperto le porte ai rifugiati ma che non vuole sentire parlare di richiedenti asilo, avrebbe potuto saltare l'incontro sul Patto nazionale per un Islam italiano organizzato in Prefettura dicendo di essere impegnato altrove. Invece no. Ha voluto chiarire che la sua assenza è frutto di una decisione precisa: «Siamo ancora in piena emergenza per quanto riguarda la gestione dei profughi e dei richiedenti asilo, prima di tutto risolviamo questa partita. Fermo restando che in primis sarebbe bene lavorare a patti con le altre chiese cristiane. Perché invece c'è solo l'Islam? Ad Asolo, ad esempio, abbiamo una bellissima comunità ortodossa, che ha una propria parrocchia. Perché non facciamo le stesse cose con loro?». Alla fine Migliorini ha disertato l'incontro come i sindaci della Lega e del centrodestra: quelli di Castelfranco, Montebelluna, Oderzo e Conegliano. Una compagnia che non lo mette a disagio nonostante la diversità politiche: «I partiti c'entrano poco su questioni del genere».

Ma Anna Caterina Cabino, assessore di Treviso, bacchetta gli assenti: «Sbagliano a non venire. Capisco che spesso è più facile dire di no, ma così non si affrontano i problemi reali». Sul fronte dei migranti, Asolo ad oggi ospita dieci rifugiati. Non richiedenti asilo, ma persone che hanno già ottenuto protezione internazionale. «Siamo probabilmente l'unico comune della provincia che ha attivato uno Sprar già da due anni sottolinea il sindaco ce lo siamo costruito e ce lo gestiamo. Abbiamo dieci rifugiati, senza polemiche, contrasti o barricate». Ma per i richiedenti asilo le porte sono chiuse: «Non ne abbiamo e sarei contrario: tutta la disponibilità ad aiutare persone che hanno il diritto riconosciuto di stare in Europa. Il reso sono perdite di tempo».
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Il Gazzettino