«Anche in carcere prevenzione, non emergenza»

«Anche in carcere prevenzione, non emergenza»
PADOVA Le parole più emozionanti sono state quelle che Fiammetta Borsellino ha pronunciato in chiusura della Giornata del 10 maggio nella Casa di reclusione di Padova, dedicata...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PADOVA Le parole più emozionanti sono state quelle che Fiammetta Borsellino ha pronunciato in chiusura della Giornata del 10 maggio nella Casa di reclusione di Padova, dedicata al tema La cultura della prevenzione, l'incultura dell'emergenza, organizzata da Ristretti Orizzonti, in collaborazione con la Casa di reclusione di Padova e la Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia: «Oggi secondo me si è realizzato veramente un sogno di papà. Mio padre era convinto che bisogna condividere pubblicamente i problemi, il che significa significa prenderne coscienza. Era fermamente convinto che soltanto una presa di coscienza collettiva potesse aiutare a risolverli». Ascolto partecipato è stato quello della giornata di studi di venerdì nel carcere di Padova. Più di 500 partecipanti, tra i quali 100 detenuti, studenti e insegnanti, volontari e operatori del carcere, avvocati e magistrati da tutt'Italia e le testimonianze di Paolo Setti Carraro, chirurgo, fratello di Emanuela Setti Carraro, moglie del Generale Dalla Chiesa uccisa con lui dalla mafia, o di Paolo Picchio padre di Carolina, una giovanissima vittima di stalking che non ha retto il peso e si è suicidata a quattordici anni. E poi Valeria Collina, madre di Youssef, un ragazzo diventato terrorista, di cui ha raccontato la storia nel libro Nel nome di chi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino