VENEZIA Renziani, orlandiani, filo-emiliani: evidentemente ci voleva la moratoria sui vaccini, per ricompattare le litigiose truppe dem contro il nemico leghista. A guidare la...
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Sulla stessa lunghezza d'onda si posizionano i parlamentari veneti. Daniela Sbrollini: «Una terribile idea che esporrebbe maggiormente i veneti a gravi rischi sanitari». Alessia Rotta: «Zaia imbocca la strada della demagogia e strizza l'occhio ai no-vax». Federico Ginato: «Se quella messa in campo sui vaccini è l'idea di autonomia di Zaia, i veneti rischiano di cadere dalla padella alla brace». Rosanna Filippin: «L'invito che faccio a Zaia è di porre fine alle beghe politiche». Laura Puppato: «Trovo irresponsabile questo continuo scontro di Zaia e della giunta del Veneto con il governo, che rende insicuro e fragile un intero territorio». Simonetta Rubinato richiama però all'ordine sia Venezia che Roma: «Lo Stato e la Regione sono tenuti alla leale collaborazione, tanto più se si tratta di questioni che hanno a che fare con la salute pubblica. Mi auguro perciò che i ministri competenti e il governatore del Veneto desistano da una sterile prova muscolare a colpi di carte bollate per sedersi attorno ad un tavolo al fine di definire una linea di azione condivisa».
Dopo una giornata di silenzio, il Movimento 5 Stelle annuncia invece il suo sostegno alla mossa di Zaia: «In altre regioni abbiamo proposto e avallato il ricorso contro il decreto. E pensiamo che anche qui in Veneto sia giusto opporsi. Riteniamo, sul versante della moratoria, che ogni atto politico mirato a disinnescare le scelte dissennate del governo vada perseguito per garantire alla popolazione sanità e libertà». Da registrare anche il ritorno sulla scena della veronese Francesca Martini, già sottosegretaria leghista alla Salute nel governo Berlusconi, diventata nel frattempo mamma di un bambino, oggi in età da asilo: «Bene il Veneto, inaccettabili i ricatti dal sapore dittatoriale dei ministri Lorenzin e Fedeli, giusta la proroga».
A.Pe.
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Il Gazzettino