Ammazza il genero con un colpo di fucile

Ammazza il genero con un colpo di fucile
LA TRAGEDIATREVISO Una lite durata 20 anni. Poi ha preso la doppietta e dall'uscio di casa ha esploso un colpo di fucile contro il genero, che si stava occupando di alcuni...

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LA TRAGEDIA
TREVISO Una lite durata 20 anni. Poi ha preso la doppietta e dall'uscio di casa ha esploso un colpo di fucile contro il genero, che si stava occupando di alcuni lavoretti in giardino, centrandolo in piena faccia. Paolo Tamai, 63enne socio di una ditta di automazioni di Villorba, è caduto a terra esanime. La pallottola lo ha raggiunto all'altezza dell'occhio destro, uccidendolo sul colpo. Il suocero, Giovanni Padovan, 91 anni, si è subito dopo barricato in casa mentre i vicini e la figlia Anna, moglie della vittima, chiamavano i soccorsi. Sono serviti circa 5 minuti di trattativa per convincere il pensionato a uscire dall'abbinata di via Nerbon, a Silea, e a consegnare il fucile da caccia, regolarmente detenuto, ai militari dell'Arma, intervenuti in prima battuta assieme alla polizia. L'uomo, accompagnato in caserma, è stato arrestato per omicidio volontario e, nonostante l'età, è stato tradotto in carcere a Santa Bona. Sotto choc la moglie della vittima: ha accusato un malore ed è stata ricoverata in ospedale.

VECCHIE RUGGINI
Suocero e genero non sono mai andati d'accordo. L'anziano non lo aveva accettato in famiglia e i dissapori scattavano ormai per ogni cosa, dalla presenza di un cane in giardino all'intestazione, stando a quanto riferito dai vicini, dell'abitazione. I loro litigi erano all'ordine del giorno e la convivenza nella stessa abitazione, seppur divisa in due parti, era diventata insostenibile. Padovan, rimasto vedovo circa 20 anni fa, abitava da solo e veniva assistito dalla nipote Marika e aiutato anche dal Comune, che gli forniva i pasti. Ma ogni occasione era buona per punzecchiarsi con Tamai, che abitava con la moglie a due passi dall'uscio dell'anziano, dal quale si sentiva perseguitato. E ieri, verso le 9.30, mattina è accaduto l'imponderabile. Il 63enne si trovava in giardino, affaccendato con alcuni lavoretti. Padovan lo ha visto, gli ha detto qualcosa ed è scoppiato l'ennesimo battibecco. I toni si sono ben presto fatti pesanti, tanto che i vicini li hanno sentiti gridare. Poi il colpo di fucile. Padovan aveva imbracciato la sua doppietta e dall'uscio di casa, al primo piano, non è ancora chiaro se si trovasse alla porta o alla finestra, ha premuto il grilletto. La pallottola ha centrato in pieno Tamai tra il naso e l'occhio destro, uscendo dalla nuca e uccidendolo sul colpo.
BARRICATO IN CASA
La moglie della vittima, Anna, appena ha sentito l'esplosione è uscita in giardino e ha visto il corpo del marito ormai privo di vita. Ha subito accusato un mancamento. Sono stati i vicini a chiamare i soccorsi e i carabinieri, ai quali sono serviti alcuni minuti di mediazione prima di convincere Padovan a consegnarsi. Il pensionato aveva chiuso porte e finestre e si era barricato in casa e non voleva aprire a nessuno. Ma i militari, dopo 5 minuti, lo hanno convinto ad arrendersi.
I RILIEVI

Per Padovan, nonostante l'età, non sono stati riscontrati profili di incompatibilità con il carcere e, dopo l'arresto, è stato trasferito a Santa Bona. In via Nerbon, fino al primo pomeriggio, sono proseguiti i rilievi della scientifica, coordinati sul posto dal sostituto procuratore Davide Romanelli assistito, dal comandante dei carabinieri di Treviso Stefano Mazzanti e dal comandante del nucleo investigativo Giovanni Mura. Gli investigatori hanno sentito le figlie della vittima, Jessica e Laura, oltre ai vicini di casa. Hanno confermato gli eterni dissapori tra suocero, ex operaio appassionato di caccia, e il genero sessantenne. Non è stato ancora possibile raccogliere la testimonianza di Anna, ricoverata sotto choc in ospedale. Mentre all'appello manca ancora il proiettile esploso dal fucile del novantenne, rimbalzato lontano dall'abitazione di via Nerbon.
Alberto Beltrame
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino