«Amianto, entro 3 anni discarica piena O si amplia Porcia o un altro impianto»

«Amianto, entro 3 anni discarica piena O si amplia Porcia o un altro impianto»
L'ASSESSOREUDINE La situazione dei siti contaminati in regione è «abbastanza sotto controllo», assicura l'assessore regionale Fabio Scoccimarro. Il problema vero, secondo lui,...

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L'ASSESSORE
UDINE La situazione dei siti contaminati in regione è «abbastanza sotto controllo», assicura l'assessore regionale Fabio Scoccimarro. Il problema vero, secondo lui, è che, se non si decide prima, «fra due o tre anni potremmo trovarci con l'emergenza amianto». Ma Scoccimarro ha fiducia che la soluzione si troverà prima di allora. Riavvolgiamo il nastro. «Stiamo facendo il monitoraggio di tutto il territorio regionale con i droni, per identificare le zone più o meno a rischio amianto, considerando la vicinanza alle case e la vetustà dei tetti. Si fa una griglia e poi si interviene. Con i fondi regionali soprattutto intendiamo bonificare tutte le situazioni a rischio». Il nodo è un altro: dove portare tutto il materiale di bonifica. «L'unica discarica che può accogliere amianto presente in regione, quella di Porcia, è in esaurimento, fra due o tre anni non ci sarà più spazio - dice Scoccimarro -. Dove portiamo l'amianto allora? Servirà trovare un'intesa: o si ingrandisce quella discarica o se ne fa un'altra. Per questo, ci siamo posti il problema per tempo».

Cruciale sarà la condivisione con il territorio interessato, assicura. «La proposta di ampliare la discarica, ovviamente, non la fa la Regione, ma eventualmente la proprietà. Cercheremo un accordo con i sindaci del posto. Se dicono di no, ci porremo il problema. Certo è che entro i prossimi tre anni bisogna fare qualcosa». Ma non è tutto. «Inoltre, d'intesa con il ministero, andremo a proporre un commissario amianto. Un commissario, infatti, evita tutte le pastoie burocratiche e snellisce le pratiche, come si è visto con i cantieri della tempesta Vaia. L'amianto è un'emergenza e come tale va affrontato con procedure emergenziali».
I SITI

Per quanto riguarda il piano di bonifica dei siti contaminati (vedi altro articolo), Scoccimarro assicura che i fondi «sono assicurati dai trasferimenti statali», per «una griglia di interventi con una priorità ben precisa. La discrezionalità è ridotta al lumicino. Solo nel caso di pari punteggio la giunta può decidere di fare prima un intervento piuttosto che un altro. È come accade per il rischio esondazione: si interviene prima su quello che, esondando, può fare vittime umane». La situazione, comunque, assicura, «è abbastanza sotto controllo». In provincia di Udine (che conta 49 aree potenzialmente inquinate) si concentra la maggior parte dei siti di grandi dimensioni (17 hanno più di 100mila metri quadri su 33 complessivi in Fvg) e altrettanti fra i 10mila e i 100mila metri quadri. Nel Pordenonese, che conta 21 siti, 14 hanno fra i mille e i 10mila metri quadri e uno solo supera i centomila. Diversi i tipi di origine della contaminazione: per la provincia di Udine, infatti, sono interessate soprattutto aree produttive dismesse (59%), seguite da punti vendita di carburante (12%) ed ex discariche (6%), mentre nella Destra Tagliamento al primo posto ci sono punti di stoccaggio di carburante (38%), seguiti da discariche o aree interessate da abbandono di rifiuti (19%) e rilasci accidentali di sostanze pericolose (14%).
Cdm
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Il Gazzettino