«Altro che autonomia, il centrodestra s'è fatto dettare la scelta da lontano»

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LE REAZIONI
UDINE «Più che il nome del candidato colpisce il metodo per sceglierlo: il Centrodestra regionale ha avuto bisogno di un decisore esterno per individuare il nome che tenesse unite tutte le forze. Ciò la dice lunga sulla capacità di autonomia della politica del Friuli Venezia Giulia».

RUVIDO
Caustico il Patto per l'Autonomia all'indomani della designazione di Renzo Tondo alla corsa per la presidenza della Regione alla guida del Centrodestra. Lontano dall'attacco alla persona, il Patto per l'autonomia punta a quello che ritiene il cuore del problema, ovvero che i destini della regione siano secondari rispetto a logiche che hanno a che fare più con la vita stessa dei partiti e della loro organizzazione.
LA NON AUTONOMIA
«Anziché autodeterminarsi aggiunge il presidente del Patto, Markus Maurmair hanno dovuto affidare le loro sorti a chi ci guarda da molto lontano».
Motivo in più, tra gli autonomisti ispirati dal loro candidato presidente Sergio Cecotti, per raccogliere le forze per la campagna elettorale che li aspetta da qui al 29 aprile e guardare positivamente al fatto che almeno il candidato del Centrodestra non abbia il marchio della Lega Nord, partito che con il 26 per cento raccolto alle politiche impone una concorrenza marcata.
«Che la Lega non abbia espresso un suo candidato è un vantaggio per gli altri competitor», considerava subito dopo l'indicazione di Tondo Maurmair.
Il Patto per l'autonomia intanto sta lavorando alla chiusura delle liste nelle diverse circoscrizioni ed è in corso la raccolta delle firme per presentarsi alle elezioni.
SPERANZE
Il Patto è già certo di poter essere presente nelle circoscrizioni di Udine, Alto Friuli e Pordenone, mentre sta lavorando pancia a terra per completare gli elenchi a Gorizia e Trieste, sapendo di partire da quell'1 per cento che il simbolo ha saputo raccogliere alle politiche.
Alcuni fronti accreditano la forza autonomistica di un 8 per cento alle prossime elezioni regionali.
E questo vorrebbe dire portare in Consiglio, nell'assemblea del Friuli Venezia Giulia, almeno tre consiglieri.

«Con due consiglieri potremmo già fare un gruppo, in base alla nuova normativa ragiona il presidente del Patto per l'autonomia Maurmair , e per noi sarebbe un buon punto di partenza per un potenziamento dell'autonomia».
A.L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino