TREVISO «La demenza sarà la peste del 2020». Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl non usa giri di parole. E i numeri della Marca lo confermano. In provincia di...
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Proprio di questo si parlerà al convegno dedicato al trattamento dell'Alzheimer, oggi nella sala convegni del Ca' Foncello: «Ci sono reti e servizi importanti sottolinea Massimo Fornaini, direttore dell'unità Strutture residenziali extraospedaliere e intermedie le famiglie devono sapere che non sono da sole». Le cose funzionano bene. «Ogni anno registriamo 780 ricoveri per demenza evidenzia Benazzi di questi, solo 98 sono per Alzheimer. Vuol dire che i servizi territoriali e domiciliari fanno il loro lavoro». La cosa più importante è la diagnosi precoce. E di conseguenza la prevenzione: «Senza interventi preventivi, il 10% delle persone con problemi lievi si ritrovano a sviluppare vere e proprie forme di demenza avverte Maurizio Gallucci, direttore dell'unità Disturbi cognitivi e della memoria le parole d'ordine sono attività fisica e culturale, socializzazione e dieta mediterranea. Per ridurre i rischi abbiamo organizzato dei gruppi di cammino e di lettura che coinvolgono stabilmente più di 50 persone». Ora sta per arrivare anche un'app che permetterà di individuare i primi segni della demenza: «La distribuiremo ai medici di famiglia» annuncia Benazzi.
Nella Marca la presa in carico dei pazienti è garantita dai 5 centri Disturbi cognitivi e demenza di Treviso, Motta, Montebelluna, Castelfranco e Conegliano. Ci sono poi i Servizi alta protezione Alzheimer con 15 posti letto, per degenze di al massimo 60 giorni, che l'anno scorso hanno accolto 185 persone; il servizio domiciliare portato avanti in collaborazione con l'Israa che assiste 129 persone; i 35 centri di sollievo che ospitano durante il giorno oltre 400 persone aiutando le famiglie e garantendo allo stesso tempo attività ricreative e di stimolazione. Infine, le visite geriatriche domiciliari: l'anno scorso sono state più di 2mila.
Mauro Favaro
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Il Gazzettino