Alla Fenice arriva il Balletto delle Fiandre

Alla Fenice arriva il Balletto delle Fiandre
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VENEZIA Al Teatro La Fenice è il Reale Balletto delle Fiandre a inaugurare mercoledì 13 la Stagione di Danza 2017/18. Al pubblico internazionale, desideroso di fare della danza alimento per la propria anima affamata di bellezza, la prestigiosa Compagnia belga, propone un trittico estremamente interessante (repliche fino al 17). Fondata nel 1969, la Compagnia aveva incentrato la sua produzione sul balletto classico per poi aprirsi ai linguaggi della modernità, grazie anche alla collaborazione con artisti del calibro di Forsythe, Van Manen e Pina Bausch. Dal 2015 direttore artistico del Balletto delle Fiandre è il danzatore e coreografo Sidi Larbi Cherkaoui che sempre si confronta con la contemporanea realtà culturale e sociale, in particolare nelle intense coreografie ideate per Eastman, la sua Compagnia di recente applaudita al Festival Romaeuropa. Nel primo balletto del trittico presentato a Venezia, Exhibition, il coreografo belga si ispira a Quadri di un'esposizione, la celebre composizione di Musorgskij nell'orchestrazione di Ravel. Sulla scena, entro cornici dorate, si svolgono racconti di vita vibranti di emozioni e pulsioni che i ballerini esprimono con abilità teatrale. Il secondo pezzo, Ma mère l'oye, sulla musica di Ravel per Pavane pour une infante défunte, vede il giovane coreografo Verbruggen, formatosi come danzatore presso la Scuola del Reale Balletto delle Fiandre, impegnato a costruire l'appassionato ritratto di Fabiola, la regina del Belgio e del suo amore per re Baldovino. E infine di Cherkaoui il sensuale Faun che all'artista fu commissionato per celebrare il centenario dei Balletti Russi e il loro geniale impresario Diaghilev. Il Faun di Cherkaoui debuttò nel 2009 al Teatro Sadler's Wells di Londra e ovunque continua a mietere successo. All'inizio sulla scena si impone la gestualità del famoso balletto di Nijinsky, ma in seguito Cherkaoui, ispirato dalla musica di Debussy, si abbandona al suo personale linguaggio e fa dell'assolo del 1912 un passo a due che è racconto di una conturbante storia d'amore.

Paola Bruna
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino