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ROVIGO La globalizzazione dei mercati e i cambiamenti climatici stanno favorendo la diffusione delle cimici asiatiche, che nel 2019 sono attive come mai si era visto, e così sono diventate un flagello per le produzioni agricole. Il problema «non tocca solo la frutta, ma anche i seminativi, tutte eccellenze del nostro territorio», ha detto il direttore di Coldiretti Rovigo Silvio Parizzi al convegno che l'associazione polesana ha organizzato per gli associati con l'obiettivo di mettere a confronto esperienze e aggiornamenti scientifici e di ricerca contro la diffusione dell'insetto killer.
INSETTI ANTAGONISTI
«Stiamo seguendo i lavori della Regione, che tramite l'università di Padova, sta verificando a livello di laboratorio l'efficacia dell'introduzione di alcuni insetti antagonisti», ha aggiunto il direttore Parizzi lasciando la parola all'agronomo Luca Casoli, direttore del Consorzio fitosanitario provinciale di Modena e Reggio Emilia, e al docente del Dipartimento di Agronomia dell'università di Padova Alberto Pozzebon. Casoli ha riferito che nelle prove di intervento, alcune strade sono state abbandonate, come le vibrazioni. Davanti agli insetticidi, gli adulti sono molto resistenti e la mortalità giovanile è più elevata. I dati sull'incidenza dei repellenti saranno invece consegnati a breve, mentre gli interventi con le reti, efficaci sugli adulti, sono frenati da dinamiche economiche. La Commissione Agricoltura del Senato ha impegnato il governo con una risoluzione sulla lotta biologica alla cimice asiatica, ma il percorso si annuncia lungo. Alberto Pozzebon ha rilevato l'influenza del clima sulla specie, visto che la mortalità è scesa al 35% nello scorso inverno, mite e secco. Carlo Salvan, presidente di Coldiretti Rovigo, ha concluso: «Si tratta di un intero settore in crisi. Paghiamo per una debolezza politica, per queste centinaia di punti di accesso delle merci non controllate, che oltre ad aumentare la contraffazione ci portano altri danni come la cimice».
N.Ast.
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Il Gazzettino