ADRIA La comunità adriese ha rinnovato ieri l'offerta del cero pasquale

ADRIA La comunità adriese ha rinnovato ieri l'offerta del cero pasquale
ADRIA La comunità adriese ha rinnovato ieri l'offerta del cero pasquale alla chiesa, una tradizione che risale al XVI secolo. Un vero e proprio evento, forse unico nel panorama...

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ADRIA
La comunità adriese ha rinnovato ieri l'offerta del cero pasquale alla chiesa, una tradizione che risale al XVI secolo. Un vero e proprio evento, forse unico nel panorama regionale, che al di là del contesto religioso e civile della cerimonia riportata in auge da alcuni anni, è legata al recupero di una tradizione.

Già nel 1512, infatti, si acquistava un cero pasquale per la chiesa e il camerario riceveva tale dono dalle mani dei rappresentanti del governo cittadino; e sempre il cero doveva avere una certa consistenza. Doveva costare almeno 40 lire, a testimonianza della devozione dei fedeli.
A guidare il corteo il commissario straordinario Carmine Fruncillo. Al suo fianco i rappresentanti delle associazioni di volontariato, combattentistiche e d'arma e delle Forze dell'ordine. In corteo anche alcuni esponenti politici locali. Ad attenderlo sulla porta della Misericordia il vescovo Pierantonio Pavanello.
LA TRADIZIONE
«Porto saluti della città - ha sottolineato Fruncillo in sacrestia dei canonici, alla presenza dell'arciprete monsignor Antonio Donà -. Questo cero è il simbolo di un popolo in cammino alla ricerca della verità. Abbiamo tutti bisogno di una luce che guidi la nostra vita. Una luce che guidi i cittadini e soprattutto coloro che hanno delle responsabilità».
«Questo gesto sottolinea il legame profondo tra la città e e la sua chiesa, tra la chiesa e la società civile- ha concluso Pavanello -. La chiesa vive dentro alla comunità civile, la chiesa porta la sua missione dentro la società civile. Abbiamo bisogno di riappacificare il paese. Adria è vicina a un passaggio importante. Se vogliamo fare in modo che questa comunità abbia un futuro dobbiamo fornire risposte ai giovani, agli anziani e alle fasce più deboli della popolazione».
G.Fra.
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Il Gazzettino