Adel Kermiche, lo jihadista di 19 anni che martedì ha sgozzato un sacerdote

Adel Kermiche, lo jihadista di 19 anni che martedì ha sgozzato un sacerdote
Adel Kermiche, lo jihadista di 19 anni che martedì ha sgozzato un sacerdote nella chiesta di Saint Etienne du Rouvray, ha passato dieci mesi in carcere prima di essere messo in...

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Adel Kermiche, lo jihadista di 19 anni che martedì ha sgozzato un sacerdote nella chiesta di Saint Etienne du Rouvray, ha passato dieci mesi in carcere prima di essere messo in libertà vigilata con un braccialetto elettronico. Il carcere era quello di Fleury-Mérogis, alle porte di Parigi, uno dei più grandi penitenziari di Francia: «Lì ho incontrato una guida spirituale che mi ha dato delle idee» ha scritto recentemente Kermiche. Una delle idee era quella di «entrare in una chiesa, sgozzare un paio di persone. E stop». Nella Francia che si indigna per i buchi nei sistemi di sicurezza che hanno consentito ai due attentatori «noti all'antiterrorismo» di portare a compimento indisturbati il loro piano, ci si interroga su come sia possibile che in un penitenziario ultrasorvegliato qualche profeta della guerra santa possa fare opera di proselitismo fra i detenuti più giovani. Chi è la «guida spirituale» a cui si riferisce Kermiche? Come è possibile che gli apparati di controllo del carcere non abbiano avuto alcun sentore della sua attività di reclutatore?

Le biografie dei terroristi entrati in azioni in Francia negli ultimi mesi si assomigliano. Giovani apparentemente innocui che improvvisamente si radicalizzano, provano a raggiungere la Siria per combattere con lo Stato Islamico e, non riuscendoci, decidono di colpire nel loro Paese. E il caso di Adel Kermiche e del suo complice, Abdel Malik Petitjean, un ragazzo appena maggiorenne che fino a un mese fa era sconosciuto alla polizia e conosciuto dai suoi amici di Aix les Bains come una persona innocua.

Malgrado la mitezza ostentata in famiglia e con gli amici, il 10 giugno Abdel aveva preso un aereo dalla Svizzera per la Turchia. Con lui c'era un francese di 20 anni registrato dai servizi di sicurezza come potenziale terrorista: volevano andare in Siria per unirsi alla jihad, ma le autorità di Ankara li avevano rispediti a casa senza dir nulla alla Francia fino alla fine del mese. Nel frattempo l'antiterrorismo di Parigi aveva avuto una segnalazione riguardante l'imminenza di attentato da compiere per mano di uno cui si conosceva il volto ma non il nome. Le domande che ora travagliano gli investigatori francesi sono tantissime, e mettono a nudo la fragilità degli apparati di sicurezza. Come erano entrati in contatto Adbel Petitjean e Adel Kermiche? Attraverso quali canali? Come è possibile che nessuno abbia intercettato i messaggi inviati da Adel Kermiche attraverso un social forum criptato in cui annunciava il proposito di voler compiere un attentato in una chiesa? I messaggi di Kermiche sono arrivati a duecento persone, alcune di esse sospettate di vicinanza col fondamentalismo eversivo. Eppure l'antiterrorismo non ha intercettato uno solo dei suoi messaggi. Uno degli ultimi è del 19 luglio: «Se vuoi andare in Siria è complicato, le frontiere sono chiuse. Meglio colpire qui. Prendi un coltello, vai in una chiesa e fai una carneficina. Tagli due o tre teste, e poi hai finito».
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Il Gazzettino