Addio a Valmarana, il conte che salvò la villa Rotonda creata dal Palladio

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IL PERSONAGGIOVENEZIA Lodovico di Valmarana se ne è andato a 92 anni per i postumi di una broncopolmonite, circondato dall'affetto della moglie, dei due figli e dei quattro...

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IL PERSONAGGIO
VENEZIA Lodovico di Valmarana se ne è andato a 92 anni per i postumi di una broncopolmonite, circondato dall'affetto della moglie, dei due figli e dei quattro nipoti. I funerali si sono svolti ieri in forma strettamente privata a Venezia, e con lui se ne va non solo un importante esponente del patriziato veneto, ma l'uomo che dedicò gran parte della sua vita al restauro e alla valorizzazione della Rotonda palladiana di Vicenza, rientrante tra le proprietà familiari insieme alla villa di Saonara realizzata da Giuseppe Jappelli e a palazzo Curti sul Canal Grande. Di nobiltà antichissima (una leggenda attribuisce l'origine della famiglia alla romana gens Maria), i Valmarana diventarono feudatari dell'omonimo centro dei Colli Berici per volontà del vescovo di Vicenza, e nel 1031 l'imperatore Corrado concesse loro il titolo di conti. Il 30 aprile 540, l'imperatore Carlo V conferì ai suoi componenti quello di conti palatini di Nogara, titolo riconosciuto anche dalla Serenissima. Ma forse l'evento più significativo è quello risalente alla metà del Seicento, quando Triffone, Stefano e Benedetto di Valmarana furono ascritti al patriziato veneziano dietro pagamento di 100mila ducati d'oro, offerti come contributo alla guerra di Candia.

LE PROPRIETÀ
Originariamente Lodovico si occupava solo di rappresentanze mediche. Tuttavia, quando il padre gli chiese di gestire a tempo pieno dei beni di famiglia, non si tirò indietro. Da allora il restauro e l'apertura al pubblico della Rotonda diventarono la sua mission, non solo a livello finanziario. Sin dagli albori dell'Ente regionale per le ville venete, poi, diventò un suo interlocutore privilegiato anche in rappresentanza di altri proprietari. Nonché, dagli anni Settanta, un ascoltatissimo consulente volontario in materia di tutela del patrimonio artistico degli allora ministri Gianni De Michelis e Bruno Visentini. L'impegno a favore della Rotonda gli fu riconosciuto anche dall'ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione di una visita privata a margine delle celebrazioni per i 500 anni di Palladio. Non solo per il cantiere costantemente aperto e ora seguito dal figlio Nicolò, ma per l'apertura al pubblico e l'organizzazione di grandi eventi pubblici come la proiezione di Don Giovanni di Joseph Losey e un memorabile concerto dell'orchestra della Fenice.

Vettor Maria Corsetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino