Acquisti online e consegne: così fare la spesa muta il suo volto

Acquisti online e consegne: così fare la spesa muta il suo volto
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CONSUMI
ROVIGO Praticamente un rodigino su quattro compra frutta e verdura direttamente dai produttori. Un numero alto, ma non altissimo, se si considera che il dato nazionale è mediamente quasi il doppio. Segno di come il Polesine, terra con una forte vocazione agricola, debba fare ancora un ulteriore sforzo per sostenere la spesa a chilometro zero. Vero è che proprio per la grande specializzazione agricola, i prodotti polesani, dai cereali alle orticole, finiscono prevalentemente nei circuiti nazionali se non internazionali, nonché in quelli della grande distribuzione. E di chilometri, quindi, ne fanno parecchi.

Accanto a questo, però, resta fondamentale il circuito locale. Il dato che attesta come «il 23% degli abitanti di Rovigo dica di amare acquistare generi agroalimentari direttamente dal produttore, scelti perché garanzia di qualità, cura dei prodotti e, molte volte, in virtù di un rapporto di fiducia con il produttore stesso», arriva dall'Osservatorio Reale Mutua dedicato all'agricoltura e alle nuove abitudini di acquisto degli italiani.
ORDINI E CONSEGNE
Dall'analisi emerge un dato ancor più significativo, ovvero una estrema propensione all'utilizzo delle nuove tecnologie. Più di due rodigini su tre, infatti, si dicono propensi a utilizzare in misura crescente app e siti per l'acquisto online e la consegna a domicilio dei prodotti.
Nella ricerca si sottolinea come la pandemia abbia contribuito ad accelerare questo trend. In questo caso, il risultato di Rovigo, 68%, è sopra la media nazionale, 63%.
LE RAGIONI
Attenzione viene poi dedicata a cosa i rodigini pensano su altri temi connessi alla filiera: «Dal campo alla tavola - si sottolinea - made in Italy e produzione locale vanno di pari passo con l'attenzione alla sostenibilità: una parola che per oltre un rodigino su tre, il 34%, evoca una filiera agricola a basso impatto ambientale, anche grazie all'uso della tecnologia, mentre un ulteriore 16% la associa al concetto di etichettatura bio, il 16%, e per una quota analoga vuole anche dire stagionalità. Non è un caso allora che i rodigini preferiscano i prodotti stagionali, perché più salutari (34%) e capaci di sostenere l'economia agricola dei territori (34%). E c'è anche chi li sceglie perché più buoni, dice, di quelli fuori periodo (14%). Semaforo verde, infine, tra le abitudini d'acquisto, anche per i prodotti dell'agricoltura biologica, altra area importante del made in Italy, che vengono apprezzati soprattutto perché rispettano criteri di sostenibilità, il 50%, e fanno bene alla salute, il 20%».

Elisa Barion
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino